Parlare di fine vita è, spesso, considerato un argomento tabù, tanto in politica quanto nella quotidianità.
Purtroppo è però necessario affrontare il tema. Specie dopo l’approfondimento lanciato da chi ha contribuito, con un ruolo di primo piano, a costituire la rete di cure palliative e terapia del dolore in ASL5: il Dottor Lorenzo Di Alesio.
Oggi ci troviamo con una rete per le cure palliative più debole rispetto a come fu concepita. Questo non certo per demerito del personale ma per problemi organizzativi ascrivibili alla dirigenza.
La prima nota dolente riguarda proprio l’hospice.
Il reparto ospedaliero che si occupa della terapia palliativa e che ad oggi non è sfruttato in tutte le sue potenzialità.
Esso è percepito come il reparto per le ultime ore di vita. Una sorta di luogo dove portare a morire chi non si può o non si vuole tenere a casa. Un concetto completamente sbagliato ma che, velatamente, ha preso corpo anche nelle dichiarazioni dell’Assessore Sonia Viale che si è sempre dichiarata più disponibile a investire nelle cure domiciliari che non nell’hospice. Questi due elementi però non sono in competizione tra loro.
L’hospice deve essere organizzato come un luogo dove si leniscono le sofferenze e dal quale si può anche fare ritorno a casa. Un punto di riferimento che deve agire in sinergia con le cure domiciliari. Un reparto che può essere fondamentale nelle ultime ore di vita di una persona, specie quando le sue condizioni psicofisiche non gli consentono di rimanere a casa, ma che può e deve essere utilizzato in maniera più ampia.
Per questo è necessario modificarne, subito, il protocollo d’accesso. Oggi chi accede al Pronto Soccorso nelle ultime ore di vita è trasferito in una corsia medica, strutturata per guarire, e non in hospice, concepito per accompagnare, con dignità, il paziente verso la morte.
È fondamentale capire il tasso di utilizzo dell’hospice, il suo territorio di riferimento, la permanenza media di un paziente e quanti di loro vengono dimessi. Per contro è necessario conoscere il tasso di mortalità nelle corsie ospedaliere, facendo possibilmente un raffronto negli ultimi 10 anni, e quanti malati terminali invece di usufruire dell’hospice vengono ricoverati impropriamente nei reparti di medicina.
Queste saranno iniziative che porteremo in Consiglio Regionale approfondendo un tema cruciale non solo per lo spezzino ma per tutta la Liguria.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Italia in Comune Liguria