E' stato presentato questa mattina, 8 novembre, il progetto di "Pet Therapy" attivato da ASL 5 in collaborazione con l'associazione "La Libellula" e sostenuto da Fondazione Carispezia. L'obiettivo è quello di realizzare presso l'hospice di ASL 5 interventi assistiti con animali.
Presenti la vicepresidente di Fondazione Carispezia Linda Messini, il direttore generale di ASL 5 Paolo Cavagnaro, la coordinatrice dell'hospice di ASL 5 Monica Ferrari e il segretario dell'associazione La Libellula Franco Campanini.
"Il rapporto tra Fondazione Carispezia e ASL 5 è ormai consolidato. - sottolinea la Dott.ssa Linda Messini - E' stato concretizzato di recente con la donazione di apparecchi di alta tecnologia, e l'appoggio al progetto di Pet Therapy si aggiunge a questa collaborazione. Riteniamo che sia molto importante, perché il paziente nella fase terminale della vita ha bisogno di essere preso in cura globalmente in tutte le sue necessità, ed essere messo in una condizione di vivere nel modo migliore gli ultimi momenti della sua vita, insieme alla famiglia e anche all'animale di affezione, che fa parte del nucleo familiare stesso".
La Dott.ssa Messini ha poi proseguito spiegando che "quando nel marzo 2010 è stata pubblicata la legge sulla terapia del dolore e cure palliative, si rese necessario da parte del Ministero della Salute spiegare al grande pubblico il senso di questa legge per allontanare i pregiudizi allora molto forti verso i farmaci per la terapia del dolore e per far capire cosa significasse il termine palliazione". L'obiettivo di queste terapie, ha aggiunto Messini, è quello di curare la persona "nel suo diritto a non soffrire inutilmente, in modo che liberata dal dolore e presa in carico globalmente in tutte le sue necessità, possa esprimere il meglio di sé anche nel momento più delicato della vita, sereno, con i suoi famigliari e collaborativo con il personale sanitario".
Gli interventi con animali costituiscono un ulteriore aiuto in questa direzione: studi scientifici hanno dimostrato che l'interazione fra la persona malata e animale, riduce l'ansia, la glicemia, il battito cardiaco e aumenta la produzione di endorfine. "Il progetto di Pet Therapy, innovativo, - ha evidenziato Messini - intende migliorare il benessere fisico e mentale dei pazienti in un momento delicato come il fine vita, e rientra nella mission di Fondazione Carispezia a collaborare con le realtà locali per implementare la qualità di servizi nel nostro territorio".
Il progetto prevede 52 incontri, uno a settimana, per una durata di 60 minuti ciascuno, durante i quali l'equipe dell'associazione La Libellula, composta da un responsabile di attività, un veterinario comportamentalista e un conduttore dell'animale, fanno incontrare ai pazienti e ai familiari in visita presso la struttura, Pan, una cagnolina simil Pincher di piccola taglia, Lunaspina, setter inglese di 3 anni, e Zelda, Golden Retriever di 2 anni, ed eventualmente altri animali. Le attività, di tipo ludico e di accudimento, sono di volta in volta adattate alle esigenze dei pazienti e degli animali presenti.
Agli incontri può essere presente anche uno psicologo e il personale sanitario, che può vedere nelle Attività Assistite con Animali (AAA) anche un momento in cui distaccarsi dalla routine quotidiana, alleggerendo il peso dell'importante compito che ogni giorno è chiamato a svolgere.
"Questa iniziativa rientra in un progetto che abbiamo iniziato l'anno scorso, dove abbiamo internalizzato il servizio di Hospice e Cure Palliative Domiciliari. - evidenzia il direttore generale di ASL 5 Paolo Cavagnaro - Il servizio prevede sia assistenza domiciliare, che residenziale in hospice. Oltre alle normali terapie palliative e del dolore, ci sono anche quelle che vengono chiamate 'terapie integrate'. La Pet Therapy è una di queste: abbiamo già attivato la possibilità che l'animale di affezione della persona assistita in hospice possa visitare il paziente, questo progetto è un ulteriore tassello. Dopo un anno di sperimentazione, grazie all'aiuto di Fondazione Carispezia e Associazione la Libellula, questa attività potrà proseguire".
"Le 'terapie integrate' non sono di tipo farmacologico, - aggiunge il Dott. Cavagnaro - ma generano benessere in un periodo di vita della malattia terminale, favorendo rilassamento, migliorando il tono dell'umore, riducendo il senso di solitudine e gli stati di angoscia, offrendo stimoli emozionali, motori, cognitivi e sensoriali. E' ormai consolidato che la Pet Therapy abbia un beneficio soprattutto psicologico per il paziente. La speranza è quella di implementare queste attività anche in futuro, eventualmente anche con la struttura di oncologia".
Il progetto di Pet Therapy è portato avanti anche grazie all'attività dell'Associazione La Libellula, attiva dal 2016 sul volontariato nell'ambito delle cure palliative: "Siamo sempre stati presenti con i nostri volontari all'interno dell'Hospice, - spiega il segretario dell'associazione Franco Campanini - cerchiamo di portare ascolto e vicinanza, sempre nell'ottica dell'umanizzazione del percorso del fine vita. Spesso si dice 'non c'è più niente da fare', il nostro motto, invece è 'quando non c'è più niente da fare, c'è da fare moltissimo'. Ci rendiamo conto, infatti, che nell'ultima fase di vita, sia i pazienti che i familiari hanno bisogno di vicinanza e di conforto".
"L'idea è stata fortemente voluta dalla Dott.ssa Ferrari, noi avevamo recepito quelle che erano le necessità dei pazienti e dei familiari che ci chiedevano di portare il proprio animale di affezione, perché spesso i pazienti erano riluttanti al ricovero per il non voler distaccarsi dai propri animali. Nel post-Covid questo purtroppo non era consentito, quindi abbiamo cercato di superare questi ostacoli, partendo con il primo progetto pilota, interamente finanziato da noi, purtroppo per un periodo breve, facendo tutto il possibile che un'associazione piccola come la nostra potesse fare. Gli ottimi riscontri ci hanno dato la spinta per continuare su questi progetti, grazie al supporto di Fondazione Carispezia e ASL 5. Noi ci siamo assolutamente resi disponibili perché ci rendiamo conto che l'iniziativa è apprezzata sia dai familiari che dai pazienti".
La Coordinatrice dell'Hospice di ASL 5 Dott.ssa Monica Ferrari ha spiegato che la struttura è ubicata al quarto piano dell'Ospedale San Bartolomeo e offre la disponibilità di 10 posti letto, in camere singole con bagno, un frigorifero, una televisione e una poltrona letto per permettere il pernottamento ai famigliari dei pazienti che lo desiderano. All'interno della struttura c'é una sala multifunzionale a disposizione dei pazienti e delle loro famiglie, con un frigorifero per conservare alimenti diversi da quelli proposti dalla struttura e un angolo tisaneria. L'equipe di assistenza è composta da 8 infermieri, 7 OSS, 3 medici palliativisti, una psicologa, un'assistente sociale e un fisioterapista.
"L'obiettivo assistenziale è rivolto verso due fronti: - sottolinea la Dott.ssa Ferrari - fornire al paziente la migliore qualità di vita possibile, e garantire una degenza che sia più vicina possibile all'ambiente famigliare, che ricordi la casa, sia al paziente che alla famiglia. Per questo non esiste un orario di visita rigido".
La Dott.ssa Ferrari ha proseguito dicendo che per rendere più famigliare possibile la degenza, l'equipe assistenziale ha pensato ad ottobre del 2023 di costruire un percorso di "pet visiting", che permetta agli animali di affezione dei pazienti di accedere alla struttura. In collaborazione con uno studente che discusso una tesi su questo argomento, è stato predisposto un regolamento, un percorso dedicato per permettere agli animali di accedere all'hospice. "La presenza degli animali nella struttura ha avuto una ricaduta positiva, sia per la qualità di vita del paziente, lo stress, la paura, il controllo del dolore, ma ha anche favorito la relazione tra il paziente, il personale sanitario, i famigliari e i volontari".
Da questo è nata quindi l'idea di proporre un progetto con Attività Assistite con Animali. A dicembre 2023 è partito il primo progetto pilota finanziato dall'Associazione La Libellula "4 zampe per un sorriso", terminato a luglio 2024, che prevedeva la presenza degli animali in struttura. "L'esperienza è stata molto positiva, - spiega la Dott.ssa Ferrari - quindi abbiamo deciso di provare a portare avanti questa iniziativa. Tutti questi percorsi fanno parte di un processo di umanizzazione delle cure, che gli operatori portano avanti quotidianamente con empatia e professionalità, e che mi sento di ringraziare per tutto quello che fanno".