Ho letto con sconcerto il dibattito seguito alle dichiarazioni della Professoressa Castellani durante le celebrazioni ufficiali del Giorno della Memoria. Abbiamo raggiunto un allarmante livello di relativizzazione, anche dei valori fondativi e dei capisaldi della nostra Costituzione repubblicana. L'allarme sulle derive di odio e di discriminazione non rientra per nessuna ragione nell'espressione di una posizione di parte: è semmai la difesa delle precondizioni del nostro stesso convivere civile. Tale difesa è uno dei principali compiti educativi di un insegnante, il cui ruolo è soprattutto dotare i ragazzi e le ragazze di strumenti critici di lettura della Storia e del presente. Lo hanno ricordato bene, nella loro presa di posizione, gli studenti della Rete Lsp-Uds: sono parole che devono unire, non dividere.
Chiedere a chi insegna il silenzio o la celebrazione di un pensiero piatto e omologato è qualcosa di terribile e pericolosissimo. Da questo punto di vista sono un attacco alla democrazia e al ruolo stesso degli insegnanti le richieste di "vergognarsi" o di allontanamento dalla scuola da parte di incommentabili esponenti politici, taluni capaci di cambiare radicalmente schieramento nel giro di un mese, taluni altri durissimi contro la Professoressa, ma totalmente silenziosi verso le recenti e molteplici manifestazioni neofasciste, non da ultime le vergognose scritte antisemite sul muro del 2 giugno. Si vergognino loro della ferita che rappresentano per la politica realmente interessata al bene comune.
Brando Benifei
Europarlamentare PD