L’affidamento familiare è lo strumento più efficace per far si che i bambini e le bambine che sono momentaneamente in difficoltà e hanno scarse cure genitoriali possano ritrovare un luogo sicuro dove crescere temporaneamente in una condizione di serenità.
I dati nazionali più recenti indicano il fenomeno del disagio dei nuclei genitoriali, nei processi di esclusione e conseguentemente nei bisogni di accoglienza dei minori in Italia, come una vera e propria emergenza sociale. Si pensi soltanto che negli ultimi dieci anni vi è stato un incremento del 29% di minori allontanati dai genitori.
La Liguria offre una delle punte più elevate di allontanamenti di bambini e adolescenti, in percentuale, a fronte di altre regioni.
La realtà territoriale di cui ci occupiamo, e della quale da alcuni anni personalmente mi sono occupato, presenta una forte problematicità, ed una conseguente richiesta consistente di interventi complessi, in funzione in particolare del reperimento, selezione e abbinamento delle famiglie affidatarie, con cui si possa al meglio affrontare l’emergenza. E’ da rilevare che laddove questo reperimento non sia possibile i bambini sono costretti a vivere – e talvolta anche per lunghi periodi – in strutture di accoglienza residenziale.
L’obiettivo mio e del nostro gruppo sarà fortissimo e tempestivo verso un potenziamento delle attività consultoriali, delle reti di famiglie affidatarie e della cultura dell’accoglienza dei minori. È indubbio che la qualità di vita riservata ai bambini inseriti nelle famiglie affidatarie garantisca stabilità emotiva e migliori condizioni di adattamento.
Non deve essere certo un criterio economico quello che favorisce la scelta prevalente dell’affido alle strutture comunitarie, bensì quello della sicurezza e continuità affettiva ed educativa. Tuttavia sappiamo che non siano trascurabili anche altri motivi, essendo l’affido una soluzione indubbiamente più vantaggiosa rispetto al ricovero in istituto, dove le rette che anche un piccolo comune come il nostro deve sostenere annualmente raggiungono livelli impossibili.
E in un momento di grandi difficoltà familiari e grande difficoltà da parte degli enti pubblici a reperire risorse economiche in favore di minori e famiglie, non è pensabile ricorrere ad interventi “fragili” ed estemporanei o ad interventi che riducano l’attenzione verso i diritti dei bambini.
Il nostro impegno è già in programma e sarà massimo nei prossimi cinque anni
Paolo Mione e Roberto Mazza