Alla manifestazione contro l’alienazione del parco del Colombaio, tra esponenti dell’opposizioni e comuni cittadini, saltava agli occhi la presenza del consigliere comunale Massimo Baldino Caratozzolo, che siede tra i banchi della maggioranza: la protesta, infatti, era stata indetta da tutti i gruppi di opposizione (tranne il Movimento 5 Stelle e Lorenzo Forcieri).
Una presenza con un valore politico significativo, quindi, quella di Caratozzolo, che descrive meglio di mille parole la crepa (ormai difficilmente sanabile) all’interno della coalizione di centrodestra. Riavvolgendo il nastro, due anni fa Giulio Guerri, oggi presidente del consiglio comunale, e Caratozzolo (entrambi nella lista “Per la nostra città”) avevano contestato aspramente il sindaco Massimo Federici proprio per la ventilata alienazione della scuola di via Firenze, oggi nei piani dell’amministrazione Peracchini.
Che i rapporti tra il sindaco Pierluigi Peracchini e i due siano ormai ai minimi termini, lo testimoniano le parole dello stesso Caratozzolo: “Non è un problema di maggioranza, è un problema di un bene comune che viene venduto – ha spiegato il consigliere ai nostri microfoni – Chi governa dovrebbe amministrare le cose della gente, non venderle. Mi chiedo quale forza di governo possa ritenersi in diritto di vendere qualcosa degli altri, sapendo che magari governerà per tre o cinque anni, non sarà riconfermata o magari sì. Credo che siano delle scelte sulle quali abbiamo sempre fatto delle battaglie: la stessa piazza Verdi fu in qualche modo una battaglia di questo tipo. Chi sei per stravolgere qualcosa della collettività? Credo che il nostro gruppo sia coerente in questo senso. Non è un problema di maggioranza, è un problema di scuola di governo – prosegue duro Caratozzolo – Credo che chiunque governi oggi in Italia finisca per diventare non autorevole ma autoritario. E non va bene”.
Nel consiglio comunale di domani sera il piano di alienazioni finirà in votazione: Caratozzolo ha presentato tre emendamenti per fermare le cessioni, che con tutta probabilità però verranno cassati dalla stessa maggioranza. A quel punto arriverebbe il voto contrario del consigliere al Documento unico di programmazione (dopo l’altro “no” di dicembre all’aggregazione Acam-Iren). La liaison col centrodestra sembra quindi avere i giorni contati. O forse le ore.