Noi come SarzanaPerSarzana non staremo zitti e così come abbiamo lottato contro la vendita della Sabbadini ora diciamo NO a questo ennesimo tentativo di far cassa sulla pelle di chi, come l'anziano, deve essere tutelato
Partiamo da un primo presupposto: i 35 posti letto risevrati al territorio sono pochi rispetto al fabbisogno, altrimenti non si spiegherebbero le inconcepibili e inumane liste di attesa che è costretto a subire chi si trova nella situazione di aver necessità per un proprio caro.
Certamente la situazione è complessa e il solo aumento di posti letto non sarebbe esaustivo e di certo una organizzazione differente che ottimizzi la rete di collaborazione tra sociale e sanitario pubblico sarebbe di notevole aiuto.
In quest'ottica quindi non siamo contrari ad un aumento di posti letto con una RSA suppletiva di supporto ai reparti, dedicata solo a scopo riabilitativo post ospedaliero per brevi periodi o a quelle persone per cui la vicinanza ad un ospedale possa essere necessaria per particolari patologie o situazioni.
Questo però non deve andare a scapito di una struttura la cui esistenza deve essere tutelata e garantita e non deve andare a snaturare ciò che dovrebbe essere l'impegno di una comunità verso i propri anziani. Creare un blocco ospedaliero dedicato non alla cura ma all'ospitalità dell'anziano è inumano e inconcepibile
L'anziano non deve essere un business, un qualcosa su cui fare profitto approfittandosi delle fragilità familiari; dobbiamo invece pensare alla terza età in un'ottica di benessere, accoglienza, riabilitazione, integrazione e socialità in modo da essere da un lato supporto alle famiglie nei momenti in cui si trovano a prendere decisioni che sappiamo tutti non essere facili e al tempo stesso vedere nell'anziano una risorsa per la collettività e non un peso.
Mentre altre città puntano su progetti di invecchiamento attivo basato sulle attività all'aperto, la socializzazione, l'intergenerazionalità, a Sarzana ne vediamo avvallato uno in cui l'anziano viene di fatto emarginato in un ambiente ospedaliero nella periferia della città, che impedisce anche a chi è autonomo la possibilità e il piacere di passeggiare per il nostro centro storico e socializzare.
L'amministrazione ha il dovere di tutelare i cittadini, a maggior ragione quelli più fragili, e non rincorrere l'interesse di privati che da imprenditori vedono il sociale solo come profitto.
Come SarzanaPerSarzana fin da ora, come abbiamo fatto contro la chiusura della Sabbadini, lotteremo affinchè venga ampliato il numero di posti letto e che quindi non vengano toccati quelli già esistenti, ma al tempo stesso stiamo lavorando su progetti integrati nella vita cittadina che vedano l'anziano come parte attiva di una comunità a cui può ancora dare ma da cui pretendere come minimo riconoscenza, rispetto e dignità.
SarzanaPerSarzana