"Ciò che è successo alla fontana di Pegazzano è inammissibile - afferma il consigliere comunale del Partito Democratico Federica Pecunia - Sotto il profilo estetico l’intervento subito dal manufatto è a mio giudizio semplicemente osceno, una vera beffa con quel catino per le abluzioni appoggiato sul piedistallo. E mi spiace anche per la bella effige di Sergio Tedoldi che lì inserita subisce anch'essa lo scherno. Ma il problema vero non è solo questo, anche perché so bene che sotto questo punto di vista i giudizi possono essere sempre discutibili (in questo caso... un poco meno del solito)".
"Ciò che è inaccettabile - spiega Pecunia - è che un privato cittadino sotto la copertura di un partito politico faccia in un luogo pubblico quello che avrebbe potuto forse fare senza autorizzazione nel bagno di casa propria. Perché questo disprezzo per le regole? Perché siamo in periferia e mica in Via Chiodo? Perché è una fontanella e dunque chi se frega? E se domani un qualsiasi cittadino magari con il supporto di una qualunque forza politica decidesse di manipolare la statua di Garibaldi o se qualcuno demolisse e rifacesse a suo piacimento la fontana di Piazza Brin o anche solo e semplicemente il frontone del proprio palazzo? Mi chiedo ma c'è un timbro, una firma, un atto della pubblica amministrazione?"
Conclude il consigliere: "La fontana in questione risale ai primi del '900, e non si chiama fontana dell'orso ma fontana da "Giannetto"; dovrebbe essere chiesto un parere alla Soprintendenza prima di provvedere a un restauro. Siamo di fronte a una disinvolta arroganza che non può costituire un precedente così palesemente iniquo e lesivo delle regole base della civile convivenza. Il "catino dell'orso", cosi lo ho nominato, potrà piacere o meno, ma le regole quelle devono essere per tutti e di tutti. Faremo gli esposti del caso e una interpellanza al sindaco che pare purtroppo complice del forse piccolo, ma molto significativo misfatto".