C'è un aspetto inquietante nella vicenda dell'attacco degli amministratori regionali di centro-destra all'incontro con il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi che avrebbe dovuto presentare il suo libro negli spazi della Cittadella e offrire così spunti di dibattito e di riflessione politica di carattere generale. Qui non siamo di fronte ad un "normale" attacco di natura politica, anche se il contesto in cui è avvenuto - il Festival della Mente, cioè un evento dalla pura connotazione culturale - non avrebbe dovuto essere strumentalizzato per questi fini. Gli interventi del presidente Toti e dell'assessore Giampedrone hanno piuttosto l'insopportabile sapore della censura ideologica, del radicale rifiuto delle idee diverse dalle proprie, da contrastare con ogni mezzo. Anche con quello, odioso, della minaccia e della rappresaglia, evocata con l'annuncio della revoca del patrocinio e dei contributi della Regione al Festival della Mente, rispetto al quale, giova ricordarlo, l'incontro con Renzi si collocava come evento collaterale e avrebbe - fra l'altro - contribuito ad aumentare l'"audience" del Festival, senza minimamente scalfirne i contenuti e l'autonomia culturale. E' questa la concezione del confronto e della manifestazione del libero pensiero culturale dei leader regionali del centrodestra? A noi, onestamente, pare piuttosto la riedizione di un ridicolo armamentario ideologico di regime, che la dice lunga sulle aspirazioni e i metodi di certe nuove maggioranze "liberali".

Andrea Antola
Capogruppo Noi per Sarzana