Separati da professioni diverse, ma uniti dall’amore per la cultura: sono gli insegnanti Gabriele Cosini e Giorgio Di Sacco Rolla, il formatore Angelo Del Santo - detto Ciccio, la curatrice d’arte Ezia Di Capua, il fashion man Luca Ghibaudo, l’archivista di Beni Culturali Alessandra Vesco, la studentessa universitaria della facoltà di conservazione di beni culturali Chiara Battini, lo scrittore Andrea Marrone e lo stilista Moreno Ferrari.
Tante le proposte messe sul tavolo, a partire da quella di Andrea Marrone, mosso dal desiderio di diffondere la cultura, aprendo i cancelli dei circoli esclusivi per espandere concetti, idee e valori necessari alla coesione sociale: “La cultura restituisce dignità, la cultura impedisce che il povero si abbruttisca e assuma comportamenti da emarginato. Forse non risolverà i problemi economici immediati, ma darà speranza nel futuro, sarà la molla verso il miglioramento“.
Alessandra Vesco, invece, focalizza la sua proposta sull’importanza della Conservazione dei Beni Culturali: "I nostri archivi, pubblici e privati, così come i nostri musei e le nostre collezioni sono una miniera infinita di cultura e conservano materiali di estremo valore, sia dal punto di vista artistico che storico. E’ un obbligo morale quello di avere la possibilità di trovare un modo comune per far conoscere e promuovere questo patrimonio“.
Focalizzandosi sul contesto locale, la Vesco incentra la propria attenzione sulla realtà che ruota attorno alla storia industriale della Spezia, nata con la cantieristica e legata alla Marina militare e alle aziende della Difesa: “ utto questo potrebbe rappresentare il punto di partenza per la creazione di un polo di interesse nazionale“.
Ciccio Del Santo rimarca la necessità di adottare una visione globale per rendere protagoniste le periferie, quale volano di coinvolgimento complessivo della città. Non solo, secondo il formatore, "urge un rilancio del Festival del Jazz, una valorizzazione del Teatro Civico, unita all’ipotesi di creare un premio letterario dedicato alle tematiche della tolleranza e della “cultura delle culture” legato alla storia spezzina della Porta di Sion".
Secondo Di Sacco Rolla, una vera politica culturale deve fare in modo di arricchire spiritualmente i cittadini, mettere in relazione le svariate anime della cultura ed essere in grado di far parlare gli oggetti, i manufatti, dando voce al patrimonio di conoscenze tecniche, ingegneristiche, oltre che artistiche, presenti in questa Città. Il Professore individua quindi un male da curare: “Basta con l’autoreferenzialità, basta con i convegni ad hoc pensati esclusivamente per favorire le carriere di pochi“.
Infine, Ezia Di Capua crede che la città possa realmente diventare polo di riferimento nel campo culturale: "L’arte, la cultura e la creatività possono ricoprire un ruolo primario nella crescita urbana, sviluppando l’economia locale attraverso il turismo e l’innovazione. Fondamentale, per il raggiungimento del successo, sarà il ruolo della rete che collegherà gli attori dei diversi contesti culturali con realtà internazionali. Un progetto di divulgazione ampio e innovativo farà della Spezia una città europea apprezzata. Tra i progetti più ambiziosi che sto curando vi è quello di dar vita ad un Festival internazionale del canto e dell’opera lirica“.