"Ho maturato il mio giudizio positivo sulla città grazie alla visita di un caro amico che essendosi trasferito in Canada mancava dalla Spezia da circa 10 anni. La sua impressione è stata di stupore nel vederla rinata, fiorente di locali e di conseguenza di vita anche notturna. Lui la ricordava diversa con il suo centro dimesso e le migrazioni serali a Sarzana, dove c'erano i primi locali e dove il centro era allora più vitale.
Altri tempi quando il comico Dario Vergassola, nostro illustre cittadino, durante i suoi spettacoli, affermava che “alla Spezia le uniche luci accese erano quelle dei bancomat!”. Parlo di un periodo in cui le auto parcheggiavano in piazza del Bastione e la passeggiata Morin era letteralmente off-limits d’inverno.
Mi ha poi colpito vedere il genuino stupore del mio amico nel constatare uno dei simboli della città che cambia: lo scenario del porto Mirabello e la suggestione di una passeggiata a mare lungo le sue banchine.
Realmente la nostra città è rinata e ha ripreso il ruolo di comune capoluogo. Non solo. Nel frattempo è diventata porta d'ingresso per il turismo delle 5 Terre. Sì proprio così: un accogliente punto per i visitatori, una base per poi muoversi in riviera con il treno. A cui aggiungo la presenza e l’ospitalità offerta ai turisti delle crociere.
Tutto questo è inconfutabile, come è inconfutabile l’effetto-attrazione della nuova piazza Verdi. Può piacere o no, ma sicuramente quegli spazi moderni seducono e affascinano. Basta vedere come sono popolati la sera, come sono tornati luogo di incontro con la nuova moda di camminare sotto gli archi.
Tutto può essere migliorato, ma sarebbe scorretto non dare merito del cambiamento avuto dalla nostra città.
Cambio tema, soffermandomi sulla centrale Enel di Vallegrande, la cui area, una volta bonificata, credo sia una delle più grosse scommesse per il futuro della Spezia. La sua prossima chiusura non è una cosa piovuta dal cielo, bensì il frutto di un percorso politico teso a salvaguardare la salute dei cittadini. Un destino che, se così si piò dire, si ricollega alla volontà popolare uscita dal referendum degli anni 90 e va nella direzione delle richieste pressanti dei quartieri del levante spezzino.
Eppure in tante dichiarazione sentite e lette, si è omesso di dire che la chiusura dell’Enel è legata a filo diretto a una precisa scelta delle amministrazioni comunali della Spezia e di Arcola e di quella provinciale. L’anno decisivo fu il 2013, vale a dire il rinnovo dell'AIA, la pratica di autorizzazione di impatto ambientale al sito dedicato a Montale. Parliamo di un provvedimento preso a Roma presso il ministero dell'Ambiente, ma nato come detto alla Spezia grazie ai paletti e alle condizioni in salvaguardia della salute dei cittadini messe come condizioni per l’Aia. L’Enel si è vista costretta a fare marcia indietro, per non affrontare investimenti ingenti e ad andare avanti con sistemi perfino antieconomici.
Si potevano fare meglio alcune cose? Certo. Ma reputo sia sotto gli occhi di tutti una città che negli ultimi dieci anni ha ricominciato a vivere ed è diventata un polo attrattivo anche nei settori turistico e industriale".