Nell’ambito della discussione di questa mattina sulle discariche nella zona del parco lungo il fiume Magra, il Partito Democratico – primi firmatari Michelucci e Paita – ha presentato un ordine del giorno in cui chiedeva il ritiro della proposta di legge avanzata dal consigliere Costa sull’abolizione del Parco di Montemarcello Magra e Vara. In sostanza il Pd ha messo la maggioranza di destra nella condizione di respingere una pdl, quella di Costa appunto, che danneggerebbe il nostro territorio e aprirebbe la strada a una politica di cementificazione. I vari Giampedrone, De Paoli, Pucciarelli, Toti e company, però, non hanno avuto il coraggio di fermare Costa, che è il sedicesimo consigliere e tiene in ostaggio la loro maggioranza, e quindi hanno votato contro l’ordine del giorno del Pd. Ciò significa che, nonostante i maldestri tentativi di distinguo dell’assessore Mai, fatti quando il consigliere di Area popolare aveva presentato la sua proposta di legge, la destra intende abolire il Parco di Montemarcello. Quindi Costa non ha agito in solitudine, ma si è fatto interprete della volontà di tutta la destra, Giampedrone e Toti in primis. A questo punto però ci viene un dubbio: ma come fa Costa, che è un esponente di un movimento politico che ha tra le proprie fila il ministro dell’Ambiente Galletti, da tempo impegnato in un’importante riforma dei parchi, a votare contro i parchi stessi? Una decisione gravissima e incredibile.