146 lavoratori in cassa integrazione e un aumento dei costi di 40-50 milioni di euro: il bilancio (provvisorio) della costruzione della Variante Aurelia assomiglia tanto a quello di una storia infinita, fatta di fallimenti, blocchi continui dei lavori e inconvenienti tecnici inspiegabilmente non scongiurati nella fase di progettazione di un'opera pubblica che occupa le pagine dei giornali da più di vent'anni.
Due settimane fa è arrivata l'ufficialità (leggi qui): cassa integrazione per 8 settimane, fino all'8 maggio, per 106 lavoratori, che si sono andati ad aggiungere ai 40 già in cassa fino al 24 aprile.
I problemi tecnici che hanno causato il blocco dei lavori riguardano le quattro gallerie (su sei) ancora in costruzione: la prima, che dovrebbe passare sotto a una galleria già esistente di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), non presenta i margini di sicurezza necessari; la seconda è bloccata da una causa con i proprietari di un'abitazione immediatamente sopra; nella terza si è presentata un'ingente infiltrazione d'acqua (un getto di 10 metri al secondo); per la costruzione dell'ultima manca invece l'indispensabile convenzione tra Anas e Salt.
La domanda sorge spontanea: perché i criteri di sicurezza, i problemi con le abitazioni circostanti e una convenzione tra due organi dello stato (Anas e Salt) non sono stati presi in considerazione prima, così da non trovarsi per l'ennesima volta impantanati, con tutti i problemi occupazionali del caso e con una lievitazione dei costi (ufficiosamente intorno ai 40-50 milioni di euro) che, per un'opera che ne doveva costare 128, è a dir poco esorbitante (anche secondo gli addetti ai lavori)?
In più lo sblocco del cantiere e la ripresa dei lavori (che la Toto Costruzioni il 9 marzo aveva garantito nel giro di un mese) non sembra una questione di pochi giorni, anzi: a sentire l'azienda, la trattiva con Anas sta andando avanti, ma ad oggi non c'è nessuna novità all'orizzonte.
"Il fallimento della Coestra – ha spiegato oggi in commissione lavori pubblici Mario Benvenuto (Filca-Cisl) – aveva già bloccato qualche anno fa il cantiere. Poi è subentrata Toto Costruzioni, che per legge si è dovuta prendere in carico tutti i lavoratori della Coestra. È un cantiere che sin dall'inizio ha presentato numerosi problemi. Anche se dobbiamo dirlo: la Toto nonostante tutto ha cercato di mantenere occupati i lavoratori fino alla fine".
Piccolo problema: alla variante progettuale Anas ha dato il suo ok, ma a quella economica no, forse giudicandola troppo salata.
"Noi non vogliamo entrare in questa diatriba – ha rincarato Benvenuto – ma sta di fatto che stanno prendendo in giro non soltanto i lavoratori, ma tutta la città: questa è un'opera già finanziata che dava occupazione anche a un po' di imprese spezzine, che lavorando con la Toto però si sono trovate in grosse difficoltà economiche, ricorrendo alla cassa integrazione o, peggio, invitando i loro dipendenti a cercarsi un altro lavoro".
È una situazione tipicamente italiana, che si va ad aggiungere allo scenario desolante della crisi del settore edilizio nella provincia della Spezia nel corso degli ultimi anni: una landa desolata, senza alcun cenno di ripresa.
"L'opera rischia di restare ferma per altri anni – ha aggiunto Gianni Carassale (Fillea-Cgil) - Il fatto è ancora più grave considerando che nella nostra provincia, scusate il termine, non c'è una mazza di niente nell'edilizia. Anche solo un mese per questo settore è tanto: chiediamo al sindaco e all'amministrazione che venga convocato un tavolo tra le parti entro brevissimo tempo, che possibilmente trovi anche una soluzione".
Anche i rappresentanti delle imprese sono sul piede di guerra. Il riassunto è: già il lavoro è poco, se ci togliete anche quello che ci è rimasto rischiamo di morire.
Lo conferma Alberto Bacigalupi (Ance): "Sono 10-15 le aziende che lavoravano costantemente nel cantiere, senza contare le altre coinvolte nell'indotto. Si tratta di un cantiere che era molto atteso, una delle poche occasioni per il territorio, tanto che le aziende che si sono impegnate in questi lavori hanno detto no ad altre occasioni. È una situazione impattante soprattutto dal punto di vista economico, perché il contraccolpo della cassa integrazione inevitabilmente ricadrà anche sulle imprese coinvolte".
A sottolineare come gli imprevisti tecnici si potessero (anzi dovessero) prevenire in fase di progettazione è Paolo Garbini, vicepresidente di Confartigianato La Spezia: "Va bene l'infiltrazione d'acqua, che può essere un inconveniente, ma gli altri tre problemi dovevano essere previsti prima, nel progetto. Già la Toto era un'impresa difficile nei pagamenti, però almeno il lavoro andava avanti: adesso che ha la scusa che gli hanno bloccato i lavori molte piccole imprese subappaltatrici si troveranno in difficoltà".
Ma forse qualcosa, seppur con la lentezza della politica e della burocrazia italiana, si muove: oggi il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti avrebbe incontrato l'azienda e spedito una lettera al Ministero dei Trasporti, chiedendo il rifinanziamento dell'opera.
A rivendicarlo oggi è stata Maria Grazia Frijia (Fratelli d'Italia): "Toti sta facendo la sua parte, che la faccia anche il sindaco. Secondo me richiedere il solito tavolo di confronto non servirà a nulla – ha proseguito Frijia - la sollecitazione deve arrivare al Ministero: bisogna smetterla con questi documenti che sono solo aria fritta (la mozione urgente che verrà presentata tra poche ore in consiglio comunale, ndr) e fare cose concrete. Utilizzate la vostra vicinanza politica al governo per trovare una soluzione. Siccome il Ministro (Graziano Delrio, ndr) è anche venuto alla Spezia a fare la solita passerella quando il cantiere è ripartito, chiedetene conto a lui".
Ad assicurare sull'impegno dell'amministrazione comunale è stato il vicesindaco Cristiano Ruggia: ci sono stati incontri con Anas e Toto e il sindaco Federici una decina di giorni fa ha incontrato a Roma i vertici di Anas; in più a breve ce ne sarà un altro tra Anas e Toto.
"Da parte nostra non c'è mai stata disattenzione verso quest'opera – ha ribattuto Ruggia - Anzi, la precedente giunta regionale di Burlando ha fatto di tutto per far ripartire il terzo lotto, come lo ha fatto anche col nuovo ospedale. Pregherei davvero per una volta di fare massa critica tutti insieme per risolvere la cosa, anche se la tentazione di fare campagna elettorale è forte vista la vicinanza delle elezioni. Vi posso dire che Anas ritiene il terzo lotto un'opera strategica. Ci impegneremo per la convocazione di un tavolo tra le parti, attraverso tutti i canali, anche quello del Ministero. Mi pare però che la vicinanza politica al governo ci sia anche da parte della giunta regionale, di cui fa parte Ncd".
"Sta di fatto che ogni giorno 20-25 persone vengono nei nostri uffici per chiedere lavoro – ha aggiunto di rimando Carassale – L'edilizia in questa città è morta e sepolta".
Anche la Variante Aurelia non si sente tanto bene.