"In tanti anni di appartenenza al Pds, ai Ds e poi al Pd, infatti - afferma Michelucci - i due consiglieri scissionisti non hanno mai lasciato traccia di particolari proposte in merito alla questione del commercio sarzanese. E così ho atteso con trepidante ansia di conoscere il loro verbo sul tema, perché folgorati sulla via della scissione evidentemente avevano maturato idee e proposte nuove. Quando ho appreso che il sol dell'avvenire del commercio a Sarzana sarebbe rappresentato dalla riapertura alle 19 della ztl ho capito che neppure la scissione aveva contribuito a dare ai due consiglieri qualche idea nuova. Ora: il commercio soffre di una crisi profondissima sia legata alle dinamiche nazionali, ma anche per una mancanza di iniziative efficaci a livello regionale; quindi, certamente, ci sarebbero delle proposte da fare".
"E infatti - conclude il consigliere regionale - l'amministrazione non è rimasta con le mani in mano, ma ha ridotto le tasse comunali agli esercenti, sta realizzando un piano del commercio e ha cercato di fare sistema con gli operatori, per la rivitalizzazione del centro storico. Si può fare di più? Ogni proposta è ben accetta, ma se il fare di più è rappresentato dal tornare indietro anni luce rispetto a una moderna concezione del centro storico e al tema della pedonalizzazione (capisaldi di tutte le città moderne) allora non è questa la strada. D'altronde inventarsi argomento e programmi nuovi per giustificare una scissione è un esercizio complicato. E il primo tentativo è andato buca".