Entrai, così, nel contesto di un partito che di li a poco sarebbe diventato il PD. L'accoglienza non fu da subito "calda". Ero un'aliena. Questo non mi tolse la voglia di esprimere la mia passione e la mia voglia di fare nel contesto sociale. Fondamentale il sostegno alle classi deboli, agli emarginati, alla disabilità ed al disagio nella sua accezione più ampia. Temi che hanno da sempre occupato grandi spazi nel contesto della sinistra nella quale mi riconoscevo. Non parlavo il linguaggio della politica e ostinatamente non volevo impararlo... avevo il mio di linguaggio, chiaro, netto ed ero netta e chiara anche nelle intenzioni. La volontà di militare in un partito pluralista, riformista, con particolare attenzione al sociale ed alle classi più deboli mi faceva sperare di aver trovato casa.
Nell'attuale Amministrazione non ho avuto modo di dialogare, tanto meno di porre al servizio la mia esperienza. il silenzio più assordante ha regnato in questi ultimi anni. Non ho condiviso molte delle scelte fatte dall'attuale Giunta (un esempio la mia disapprovazione in merito all'alienazione della Casa di Riposo, anch'essa testimonianza dei valori di un partito di sinistra) ed ho tentato più volte, come il mio ruolo prevedeva, di comunicare il mio pensiero all'interno della macchina comunale... nessun ascolto. Totale l'indifferenza nei confronti delle mie ragioni.
Da qui la domanda: si può dialogare con chi non lo vuole? Il PD non era più il partito che avevo percepito, aperto, dialogante, disponibile, empatico, attento ai bisogni della comunità: non si parlava più di SINISTRA.
Voglio aggiungere, a dimostrazione di tutto, che la mia uscita è stata motivo di assoluta indifferenza, tanto che non ho ricevuto una, ripeto una, telefonata dove mi si chiedesse: "perché te ne sei andata?" Ho deciso di spiegare comunque la mia volontà di far parte di MDP anche a chi non ha interesse a saperlo, fiduciosa di trovare nel giovane Movimento ciò che non ho trovato nel partito che ho lasciato".