"In questi giorni sulla stampa sono apparsi numerosi articoli e segnalazioni riguardo la foce del Magra.
1. Materiale inquinante: il materiale presente alla foce è un problema che c'è sempre stato e che questa amministrazione sta cercando di risolvere facendo leva su tutti i canali possibili. Già lo scorso anno durante la manifestazione "Io vivo sostenibile" è stato presentato il progetto "SMILE" della Regione Liguria per la riduzione dell'inquinamento marino dovuto dai fiumi: nonostante fossero invitati tutti i Sindaci della Comunità del Parco era presente solo il Sindaco di Follo Giorgio Cozzani. Tale progetto impone la pulizia degli alvei ai Comuni dell'entroterra per evitare che il fiume trascini a valle tutto il materiale. Il problema sono le discariche lungo il fiume a Arcola, Sarzana e ancora più su, e che minacciano di arrivare al mare. Questa mattina ho chiesto la convocazione della Comunità del Parco su questa questione perché il Comune di Ameglia non può finanziare la pulizia di tutta la Val di Magra.
2. L'insabbiamento della foce è un fenomeno naturale legato al materiale che il fiume trascina verso il mare. In effetti il fenomeno delle maree e le scarse piogge dell'inverno hanno determinato un accumulo eccezionale. Da alcune settimane sto lavorando con l'Ing. Boni, segretario dell'Autorità di Bacino, per definire la possibilità di far riemergere l'isola di foce che a mio avviso consentirebbe la riduzione dell'insabbiamento sulle sponde, ricreando le dinamiche presenti nel fiume prima delle escavazioni selvagge degli anni '70. Nel frattempo abbiamo provveduto ad effettuare alcuni interventi in somma urgenza come l'apertura di un tratto di scogliera a Fiumaretta per consentire il deflusso delle acque del Canale Fabbricotti, intervento che sta funzionando bene e consente il deflusso delle acque evitando l'allagamento interno.
3. Infine riguardo alla presenza di speci alloctone nel nostro fiume, come le testuggini americane (ossia le banali tartarughine da fiera), ricordo come esse siano un problema ben più diffuso rispetto a qualche sporadico avvistamento, assieme ai gamberi killer della Louisiana che infestano la piana agricola o alle nutrie che distruggono gli argini. Non credo che siano pensabili interventi da parte di un singolo Comune, ma che essi debbano essere pianificati quanto meno dal Parco. Riguardo la presenza delle tartarughe il Parco ha già speso risorse ingenti per bonificare i bozi a Sarzana, evidentemente un intervento limitato non consente di risolvere il problema. Ma la domanda è, davanti alle infinite esigenze di risorse economiche di uno Stato che va a rotoli, serve "investire" soldi sulle tartarughe che verranno liberamente vendute alle prossime fiere di Primavera?"
Qui sotto potete scaricare la lettere inviata dal primo cittadino di Ameglia alla direzione del Parco di Montemarcello.