LA DISCARICA DI SATURNIA E LA SITUAZIONE ACAM
Il consigliere comunale Giulio Guerri e Corrado Cucciniello hanno svolto cinque incontri nei quartieri del Levante (Pagliari, Pitelli, San Bartolomeo, Ruffino e all'Urban Center) per rendere noto il progetto di Saturnia alla popolazione spezzina: "Senza questa nostra iniziativa nessun tipo di informazione pubblica sarebbe mai arrivata ai cittadini, avrebbe dovuto farlo l'amministrazione!", afferma Giulio Guerri. La Commissione ha emesso un parere tecnico che è stato inviato ad Acam per controdeduzoni ma la procedura è ancora aperta e si concluderà solo con un voto della Regione.
Comunque, secondo il consigliere comunale Giulio Guerri, sono già molti gli elementi che possono essere portati all'attenzione pubblica rispetto a quelle che lui definisce "situazioni poco lineari": "Si è giocato con le parole presentando il progetto di Saturnia come "messa in sicurezza permanente" quando in realtà si tratta di una discarica vera e propria con conferimento di Fos (rifiuto speciale). Il Sindaco si è dato da fare in prima persona su due questioni in questi anni: l'abbattimento dei pini di piazza verdi e la riapertura della discarica di Saturnia. La stessa declassificazione del sito di Pitelli è stata fatta in funzione della volontà di riaprire quest'ultima".
Corrado Cucciniello afferma: "Nel 2013 Raffaella Paita ha cercato, in un capitolo di spesa legato alle infrastrutture e viabilità, un finanziamento di 45.000€ per realizzare il pezzo di strada mancante da Val Bosca a Saturnia. Far passare i camion da Pagliari sarebbe stata una mossa troppo sporca e quindi, visto che Val Bosca è un dominio dell'Acam, hanno pensato di allungare quel pezzo di strada per arrivare a Saturnia, facendo passare i camion meno a vista, occhio non vede cuore non duole. Oltretutto, per non far spendere soldi all'Acam, è andata a cercare un finanziamento "alternativo".
Il parere tecnico ha fatto emergere delle criticità nel progetto presentato da Acam, azienda quest'ultima che lo stesso consigliere comunale presenta come una realtà spolpata. "Si è scelto di effettuare la raccolta porta a porta provocando disagio alle famiglie e alla città stessa, con una costellazione di micro-discariche lungo i marciapiedi e le piazze. Gli asset più redditizi (Gas, gestione clienti ed impianti) sono stati venduti, lasciando poco dal punto di vista patrimoniale. L'Acam è stata distrutta, non salvata. Il debito viene fatto pagare ai cittadini con un incremento delle bollette e della Tari. Il progetto che ha presentato Acam e che è stato promosso dal comune ha delle forti criticità e speriamo venga rigettato dalla Regione".
LA PROPOSTA ALTERNATIVA
C'è uno scenario alternativo secondo Corrado Cucciniello: in primo luogo puntare gli sforzi verso la raccolta differenziata al massimo livello, portandola al 100%. Per quel che riguarda i materiali di difficile riciclaggio non devono essere prodotti, bisogna puntare verso la produzione di materiali riciclabili ed il ciclo dei rifiuti deve essere gestito da piccoli consorzi per responsabilizzare i comuni che li compongono. Oltre alle criticità di carattere geologico rilevate sulla sicurezza dell'impianto, ci sono anche quelle di tipo tecnico: "Dal progetto risulta che ogni anno, per sette anni, dovrebbero essere conferite 57.000 tonnellate di Fos (frazione organica stabilizzata, materiale che risulta dal trattamento meccanico-biologico del rifiuto) e 57.000 tonellate di rocce da scavo. Nel sito ci sono 52.000 metri cubi da mettere in sicurezza. Ci siamo accorti che c'è una vaschetta che potrebbe, opportunamente ampliata, accogliere, lasciando intatto il bosco che ha riqualificato il sito. Chiediamo che si accantoni il progetto della discarica e che si scelga una vera e propria messa in sicurezza. E' ora che in questa città qualcuno paghi per gli sbagli commessi!", conclude Corrado Cucciniello.