Prosegue Chiappini: "O meglio: l'abbandono del dirigente ci ha impedito di porre alcune domande, ma lo scontro fra il dirigente architetto Mugnaini ed il Presidente Avvocato Mione, terzo protagonista il Sindaco, almeno a noi, ha fornito il chiaro segnale che il dirigente si è reso conto di essere improvvisamente diventato il vaso di coccio fra due vasi di ferro di manzoniana genesi.
Ovvio, per noi e per ora, che il dirigente non abbia agito motu proprio nella decisione di non escutere la fidejussione prevista dalla convezione fra comune cooperative che avrebbe potuto dare più certezze, e la prova sta proprio nella lettera di diffida da lui inviata ad Ottobre 2014 che richiamava i termini temporali e i termini dell'escussione delle garanzie contenuti proprio nella convenzione.
Deve essere quindi intervenuto qualcosa che ha indotto a soprassedere all'escussione assolutamente lecita ed immediata, come noi intendiamo sia incrociando i disposti della convenzione stessa di cui agli articoli 13, che impone il termine dei lavori entro tre anni dalla data di inizio, e 16, che impone "idonea garanzia cauzionale, con scadenza incondizionata" e sancisce che "in caso di inadempimento, le garanzie cauzionali potranno essere incamerate senza formalità alcuna e previa diffida ad adempiere entro congruo termine".
E qui la responsabilità ci pare chiaramente politica tanto più che il Sindaco ha dichiarato che si è "lavorato dietro le quinte", dimostrando, quindi, di essere ben informato momento per momento.
Avremmo chiesto anche conto, oltre ad una data sicura sulla riapertura della strada e della differenza fra progetto iniziale ed attuale, della situazione finanziaria, visto che non tornano più neppure le cifre fra finanziamenti pubblici ed oneri dei privati, fra cifre iniziali previste ed attuali certe.
Quanto ha ricevuto il Comune? Quanto è già stato speso e per cosa? Quanto dobbiamo e possiamo ancora avere, sperando che non siano decaduti i termini per i finanziamenti? E non ci pare slegata neppure la questione del saldo della parcella dell' archistar Botta, che secondo il disciplinare di incarico doveva essere di soli 50.000 euro a carico del comune ed il resto a carico dei soggetti attuatori, finito poi con una richiesta dello stesso di 450.000. Chi ha pagato? Quanto e con quali risorse?
Confidiamo che l' Amministrazione sia finalmente in grado di rispondere nel Consiglio Comunale che dovremo definire dopo quello di bilancio del 31 p.v".