"In merito alla polemica scaturita a seguito delle parole di don Giulio Mignani, parroco di Bonassola, a favore di ogni forma di amore, ritengo preoccupante la prospettiva che la Regione sottragga preziose risorse economiche per istituire uno sportello che, in definitiva, difenderà l'omofobia e non tutelerà la collettività, proprio dopo che il nostro Parlamento, dopo anni di battaglie, ha finalmente legiferato sulle unioni civili.
Nel 2014 il Comune di Levanto ha istituito un proprio registro sulle unioni civili, dimostrandosi aperto, inclusivo e in linea con una società moderna e non discriminatoria.
L'articolo 4 del nostro regolamento prevede che possano chiedere di essere iscritte al registro delle unioni civili due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Levanto da almeno un anno, non legate tra loro da vincoli di parentela, matrimonio, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi.
La comunità cattolica levantese sta dimostrando di essere altra cosa rispetto alle convinzioni espresse dal consigliere comunale di Bonassola, Alessandro Rosson, le cui posizioni sui concetti di civiltà e solidarietà, peraltro, non finiscono di stupire.
Ricordiamo tutti, ad esempio, l'invito a fare barricate lanciato dall'esponente di "Fratelli d'Italia" lo scorso giugno, quando il titolare del villaggio "La Francesca" si offrì di ospitare presso la propria struttura ricettiva due famiglie di profughi.
Oggi il nemico è invece personificato nelle coppie non comprese nel tradizionale concetto di famiglia che Dio (secondo il pensiero del Vescovo della Spezia) avrebbe disegnato. Sembra che i valori cristiani siano ormai sepolti dalle discriminazioni.
Comunque sono fermamente convinta che a non condividere le parole di don Giulio sia una ristretta minoranza di persone, e che la maggioranza dei fedeli lo sosterrà quando, domenica 22 gennaio, celebrerà la funzione religiosa nella chiesa del paese di cui è parroco".