"Quest'intervento – continuano gli esponenti del Pd – è ancora più ingiustificato a fronte di una situazione ligure di grave crisi e di aumenti diffusi. Se sommiamo il rincaro dei biglietti dei treni all'estensione del pagamento dell'Irpef regionale sulla sanità, al mancato taglio delle accise liguri sulla benzina e a una situazione di stagnazione economica che da mesi sta attanagliando la nostra regione (in totale controtendenza con i segnali positivi riscontrati sul fronte nazionale) ci rendiamo conto di quanto sia sbagliata questa decisione. La Giunta Toti pertanto si faccia sentire con le Ferrovia e provi a cambiare la rotta. O almeno blocchi gli aumenti finché gli investimenti promessi da Trenitalia non diventeranno realtà, convocando, nel frattempo, un tavolo con pendolari e sindacati per ridiscutere le tariffe. Al momento i disagi per gli utenti sono tanti, sia sulle tratte brevi (come i disservizi denunciati dai cittadini delle Cinque Terre e dai pendolari della Genova-Acqui Terme) sia per i viaggi a lunga percorrenza (come il treno del mattino per Roma che adesso parte mezz'ora in anticipo ma arriva allo stesso orario di prima)".
Secondo Paita e Lunardon però il problema non riguarda esclusivamente le ferrovie, ma il quadro d'insieme della Liguria. "Questi aumenti tariffari sono solo la punta dell'iceberg – denunciano i consiglieri regionali del Pd – di una questione molto più ampia. La nostra regione si è fermata e manca un disegno complessivo sul fronte economico e su quello infrastrutturale. La Giunta Toti non ha concepito alcuna nuova opera e gli interventi avviati in precedenza sono fermi, perché in Liguria si è smesso di progettare. Il Terzo Valico è in stallo, della gronda non se ne parla più e il Tunnel della Valfontanabuona è scomparso dall'agenda politica. Siamo di fronte a una regione che ha smesso di guardare al futuro. Gli unici interventi messi in atto dalla Giunta Toti, al momento, riguardano rincari e nuove tasse".