In questi giorni, a tal proposito, abbiamo ricevuto riposta alla nostra Interrogazione scritta, presentata il 14 novembre scorso all'Assessore Regionale competente, ed in cui chiedevamo, tra l'altro, se le prescrizioni inserite nell'autorizzazione al progetto di recupero della ex cava, e decretate dal Decreto Dirigenziale numero 2807 del 2015, fossero tutte, o meno, assolte.
Dalla risposta dell'Assessore Regionale risulta che dopo il sopralluogo del luglio 2016 sono risultate violazione rilevanti alle suddette prescrizioni. In pratica è stata esercita una attività non prevista dall'autorizzazione iniziale e che farebbe pensare ad una continuazione dell'attività di cava invece che ad un vero e proprio recupero ambientale!
Successivamente, sempre secondo la risposta fornita dall'Assessore Regionale, la ditta che effettua i lavori di recupero si sarebbe adeguata alle prescrizioni anche come risulterebbe da campionamenti, monitoraggi e rapporti di prova effettuati da Arpal.
Riteniamo positiva, pertanto, l'attività di vigilanza di Arpal ma sottolineiamo comunque il dato che a noi preoccupa: l'avvenuta violazione delle prescrizioni nel periodo antecedente il luglio 2016. Tali violazioni riguarderebbero, oltre alla delimitazione dell'area interessata dal cantiere, anche le ben più preoccupanti violazioni relative alla fratturazione di rocce non previste dal programma di riqualificazione ambientale.
Per questo è nostra intenzione effettuare un accesso agli atti formale in modo da avere copia non solo dei verbali che hanno rilevato le infrazioni ma anche quelli relativi ai monitoraggi ed ai campionamenti dai quali si evincerebbe, secondo la sintetica e per nulla esaustiva risposta dell'Assessore Regionale, che la ditta esercente si sarebbe adeguata, dopo lo scorso luglio, alle prescrizioni in precedenza violate.
Riteniamo comunque che, come peraltro previsto dalla vigente normativa sull'accesso civico, tutta la documentazione di controllo sull'attuazione del programma di riqualificazione della ex cava Brina, visto anche il grande interesse che suscita nella popolazione, dovrebbe essere pubblicata sia dagli enti di controllo che dal Comune di Santo Stefano di Magra, come già quasi un anno fa facemmo presente alla precedente Amministrazione, cosa che ad oggi però non è ancora stato fatto.
Del resto non possiamo certo meravigliarci visto che, nonostante le promesse elettorali, ad oggi, non è stata ancora istituita una commissione di controllo che guardasse alla partecipazione dei cittadini sulla attività previste nella ex cava Brina. I cittadini hanno bisogno di conoscere esattamente ciò che avviene sul loro territorio ed è nostra intenzione tutelare i loro diritti.