Secondo Pagano "la Costituzione non è una legge qualunque, è il patto che unisce i cittadini", e "non può essere approvata a maggioranza semplice, da un Parlamento non eletto con sistema proporzionale e, per di più, con una legge, il Porcellum, dichiarata incostituzionale".
Nel merito Pagano ha criticato il combinato disposto Italicum-riforma costituzionale, che "incide profondamente sull'equilibrio dei poteri indebolendo il peso complessivo dei pesi e contrappesi e modifica quindi la forma di governo, da parlamentare e orizzontale a plebiscitaria e verticale".
Altro punto criticato da Pagano il nuovo Senato: "Il bicameralismo resta, ma fare le leggi diventa più complicato, perché si passa da 1 a 10 diversi procedimenti, a molti dei quali può o deve partecipare il Senato". E poi: "Io ho fatto il Sindaco, vi garantisco che è impossibile fare bene nel contempo il Sindaco, ma vale anche per il consigliere regionale, e il Senatore".
Per Chiti, invece, la proposta di riforma "dà alla sola Camera il potere di votare la fiducia" e "consente al Parlamento di diventare più efficiente e di fare le leggi più velocemente". Chiti ha inoltre spiegato che, grazie a una sua proposta, per cui c'è bisogno di una legge, "non viene tolto il potere elettivo dei senatori ai cittadini". Si creano inoltre nuovi strumenti di democrazia diretta e si potenziano quelli esistenti, anche se tutto è demandato a leggi attuative. Chiti ha anche rivendicato la bontà del recente documento del Pd che propone di modificare l'Italicum. Infine: "L'attuale progetto di riforma è molto simile a quello prospettato nel 1996 dall'Ulivo su ispirazione di D'Alema, che ora è per il no".
Ampio il dibattito, con conclusione affidata a Pagano, padrone di casa, che ha citato Alfredo Reichlin, fondatore del Pd e sostenitore del no: "Non voglio vivere questa vicenda come un'insanabile lacerazione tra le forze democratiche. E lo spero perché penso che lo spazio per un'intesa tra esse esiste. Per una ragione fondamentale: perché la realtà, cioè le cose, cioè le sfide del mondo sono molto più grandi delle nostre dispute interne. Per la ragione che per governare l'Italia non basterà un uomo solo al comando.
E' il tessuto nazionale che non reggerà se lo sviluppo del Paese non viene posto su nuove basi, più larghe, sia economiche che sociali, e soprattutto su nuove basi ideali. Un nuovo patto tra gli italiani".
Le prossime iniziative dell'Associazione Culturale Mediterraneo si terranno martedì 15 novembre alle ore 17 a Vernazza (Chiesa dei Frati) e mercoledì 16 novembre alle ore 10,30 al Liceo Cardarelli (Auditorium di via Montepertico, 1): lo scrittore e giornalista libico Farid Adly parlerà sul tema "Libia, quale futuro?".