Riterremmo molto grave e notevolmente dannoso per l'Area Protetta - Sito di Interesse Comunitario che tale richiesta venisse accolta, anche semplicemente con un annoso rinnovo di quel Protocollo d'Intesa che prevedeva l'ambientalizzazione in attesa di ricollocazione, Protocollo che è ormai scaduto senza dare alcun frutto nè con SERG nè con altri.
Tale Protocollo, approvato nella pia speranza che si potessero ambientalizzare almeno parte dei frantoi di inerti, ha fallito per una buona ragione: i frantoi non possono essere, nè essere resi, compatibili con il delicato equilibrio ecologico del SIC.
I Frantoi in sponda costituiscono una rottura traumatica del continuum ecologico dell'ecosistema ripario, e anche a una certa distanza rappresentano comunque un elemento di degrado. Il frantoio SERG e i suoi depositi poi, per come sono distribuiti e per il pregiato ambiente accanto a cui insistono, rappresentano un elemento di compromissione del SIC.
Oltretutto è venuta meno una delle ragioni storiche che rendeva difficoltoso spostare le aziende e avrebbe provocato la loro chiusura, cioè la mancanza di siti di ricollocazione delle stesse; il Comune di Sarzana ha individuato per SERG ben due siti, luoghi contrariamente al fiume vocati a certe attività, come le aree Artigianali di Boettola e Tavolara: ben due siti! Quindi la minaccia occupazionale sarebbe sicuramente una forzatura a cui non si potrebbe cedere.
Inoltre ricordiamoci che la Ditta, oltre a non aver ottemperato a quanto previsto dal vecchio Protocollo di Intesa, è anche ricorsa al TAR e ha perso.
Insomma se la politica cedesse a certe richieste dimostrerebbe di essere cattiva politica, che non ha a cuore i destini del Parco, che provocatoriamente diciamo che a quel punto potrebbe anche chiudere: se un Parco non fa il Parco a cosa serve ...
Al massimo si potrebbe concedere qualche mese per mettere in atto con tranquillità le pratiche di ricollocazione, ma non si dovrebbe andare oltre.