In questo momento 34 persone, con le rispettive famiglie, si trovano senza un lavoro, alcuni addirittura senza un reddito, e, cosa molto grave, senza prospettive per il futuro.
I macchinari presenti in azienda, con al loro interno gli agenti chimici che servono per le stampe, grazie all'inattività, rischiano di compromettersi con ingenti, ulteriori, danni economici.
Come se ciò non bastasse il portafogli clienti rischia ogni giorno di assottigliarsi sempre più, un fatto che si verifica, all'estremo, in un settore come quello in cui opera Labocolor e che fa della rapidità di risposta e di fornitura un nodo centrale, compromettendo, così, l'appetibilità sul mercato dell'azienda e soprattutto la ripresa futura del lavoro.
Ultimo fattore, non certo meno importante, è dato dal picco produttivo che vede il suo massimo sviluppo nel periodo natalizio e che, con l'inattività prolungata dei laboratori, rischia di non essere colto con la conseguente perdita di profitti che potrebbero essere reinvestiti proprio per aumentare il carico occupazionale.
È chiaro, dunque, che in questo scenario ciò che diventa prioritario è la tempestività nel risolvere la questione avviando, il più rapidamente possibile, le pratiche per uscire dal fallimento e consentire ad una nuova proprietà di insediarsi e riprendere la produzione.
Con questo spirito ho richiesto per questo giovedì, in sede di Commissione, l'audizione del Sindaco di Santo Stefano e delle sigle sindacali più rappresentative in Labocolor per tentare di convogliare tutte le idee, studiare assieme una soluzione condivisa e, soprattutto, fare fronte comune perché è questo di cui i lavoratori hanno bisogno.