"È incredibile come la consigliera regionale strumentalizzi una questione così delicata e decisiva per lo sviluppo economico di questo paese, derubricandolo irresponsabilmente a mero giochino politico – spiega Salvatore - Il tutto mentre, in queste ore, a urne ancora aperte, sul Polcevera si sono riversati migliaia di litri di idrocarburi che inquinano il fiume e il nostro mare".
"A differenza di Paita e i suoi – continua Salvatore - guardiamo con grande speranza agli oltre 15 milioni di cittadini che, votando (e l'86% ha votato SÌ), hanno inviato un messaggio chiaro a Renzi e alle lobby del petrolio, difendendo il diritto a un futuro di mari puliti, energie rinnovabili, efficienza energetica, turismo sostenibile e quindi benessere. Lo hanno fatto spalleggiando 8 mesi di totale disinformazione su questo referendum, sfidando il Governo di Trivellopoli e un ex Presidente della Repubblica che, violando l'articolo 48 della Costituzione, ha invitato all'astensione".
"Per far saltare il referendum – aggiunge De Ferrari - il Partito Democratico (il Partito Disertore delle urne) ha fatto leva sull'astensione cronica e, purtroppo, ormai fisiologica, in Italia stabile ormai al 40%. In realtà il quorum del 50% più uno degli aventi diritto ormai è mera utopia. In realtà il quorum del 50% più uno degli aventi diritto ormai è mera utopia (oltreché un'eccezione a livello europeo, e non la regola). La scelta precisa di non accorpare questo referendum alle amministrative poi ha fatto il resto, ed è costata agli italiani 300 milioni di euro, solo per il capriccio di Renzi di volerlo affossare".