Ad esempio, ampio è il dibattito in merito al futuro del Comitato Solidarietà Immigrati, associazione di volontariato da decenni attiva sul territorio che, grazie all'impegno del comune spezzino, nostro, di varie associazioni e di volontari italiani e stranieri, svolge la funzione di centro di ascolto e sportello sociale per tutti coloro che vivono direttamente (stranieri) o indirettamente (famiglie italiane, professionisti, istituzioni), i problemi legati al fenomeno migratorio.
Le comunità straniere sono in apprensione circa il futuro di tale punto di ascolto, in cui, al di la del mero disbrigo delle pratiche burocratiche, hanno sempre trovato un luogo in cui le persone sono accolte e ascoltate con la dovuta calma e il tempo necessario, senza riguardo a orari formali di servizio. Questo (insieme alla competenza degli operatori), rappresenta il motivo principale per il quale in molti continuano a richiedere e utilizzare tale servizio nonostante i tempi di attesa siano lunghi e nonostante sul territorio esistano altri sportelli per le pratiche.
Può sembrare poco, ma non lo è... e soprattutto è base irrinunciabile da cui partire per migliorare il servizio, rendendolo più adeguato ai cambiamenti e alla realtà del territorio. Sarebbe un errore pensare soltanto agli aspetti di efficienza (durata e numero dei colloqui, costi, orari) dimenticando l'umanità, la vicinanza, il clima di fiducia e confidenza che gli operatori hanno saputo costruire in tanti anni di servizio.
Pensiamo quindi che per migliorare il servizio, bisogna partire da un incremento di risorse destinate all' accoglienza e all' ascolto, (senza esagerazione in tale ambito potrebbero lavorare 3 persone e 2 operatori sarebbero necessari a livello di segreteria). Ci pare anche importante continuare a svolgere il servizio tramite lo strumento dell'associazione di volontariato perché più in grado di altri di adeguarsi rapidamente alle necessità dell'utenza, (parallelamente migliorando il collegamento tra lo sportello del CSI e gli altri punti di ascolto attivi).
Tutto questo ragionamento, a nostro avviso deve però essere visto sullo sfondo di un più ampio disegno di revisione della presa in carico della persona in difficoltà, che richiede di essere riprogettata globalmente attraverso la partecipazione di tutti gli attori che in qualche modo curano i bisogni socio - sanitari sul territorio. Qui ci sentiamo chiamati a fornire il nostro contributo di ragionamento e di esperienza da connettersi con quello di tanti. A fronte non soltanto della riduzione delle risorse, ma anche di un contemporaneo ampliamento e diversificazione delle situazioni multiproblematiche, necessita più che mai rinnovare, anche con specifici e formali accordi, l'azione di accoglienza, ascolto e promozione della rete dei servizi, perseguendo insieme il reperimento di nuove risorse e verificando i risultati ottenuti. Non ci pare importante creare guide o mappe, ma arrivare al cuore delle persone, essergli vicino, intervenendo concretamente e efficacemente nei bisogni espressi. Non si tratta di buonismo a buon mercato, non ci sentiamo migliori di altri, proprio per questo stiamo valutando risposte positive alle necessità espresse dalle istituzioni territoriali, mettendo in conto di rivedere la nostra rete per renderla più equa e moderna, prevedendo di rivedere al destinazione di nostre risorse insieme ad altri servizi, onde ridurre il più possibile l'autoreferenzialità e la sempre deprecabile sovrapposizione di interventi.
Ma per fare questo occorre un accordo ampio e programmatico che partendo da esigenze come quella del CSI, traguardi una rete di servizi più consapevole e adeguata ai tempi.
LA SPEZIA, 5/11/12
LA COMUNITA' EVANGELICA BATTISTA DELLA SPEZIA E IL DIRETTORE CARITAS DON LUCA PALEI