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Il consigliere Pucciarelli (Lega) dice no alla Bolkestein In evidenza

La Liguria è fra le regioni più penalizzate dalla direttiva Bolkestein, con oltre tremila concessioni balneari per i trecento chilometri di costa. Gran parte degli attuali concessionari, si tratta nella maggioranza dei casi di piccoli imprenditori, sono preoccupati di veder vanificati gli sforzi compiuti in lunghi anni di lavoro, nella creazione del valore economico degli stabilimenti balneari.

«La Lega Nord ha da sempre dichiarato guerra alla Bolkestein - sottolinea il consigliere Stefania Pucciarelli -. Siamo stati infatti gli unici in Europa ad aver votato contro, mentre gli altri partiti si interessano della questione solo quando si tratta di fare campagna elettorale. Oggi il rinvio alla Corte di Giustizia europea della decisione sulla legittimità della proroga al 2020,  ha peggiorato ancor più  la situazione, perché non sono ancora fissati i tempi di tale decisione ed è vicina la scadenza della prima proroga».

Nell'incertezza sul futuro, gli imprenditori turistici che gravitano intorno alle spiagge hanno da tempo cessato ogni investimento sulle strutture. Centinaia di aziende che producono cabine, sdraio, ombrelloni, patini ecc. sono in ginocchio perché non vendono nulla.

Secondo Regione Liguria, la previsione della libera concorrenza e quindi della messa a gara delle concessioni non tiene conto della peculiarità e della specificità del paesaggio costiero, nel quale gli stabilimenti balneari rappresentano una realtà tipica e particolare. Concessioni demaniali che in Liguria comprendono anche la nautica da diporto, la cantieristica navale, la pesca e l'acquacoltura.

Il consigliere Pucciarelli, in qualità di Presidente della Terza Commissione (Attività produttive, formazione e lavoro) si prodigherà per fare in modo che i balneari dello spezzino e non solo, vengano tutelati.

«Le nostre imprese balneari - dice la Pucciarelli - sono tipicità nazionali a tutti gli effetti e offrono un monitoraggio costante del territorio, sia da un punto di vista ambientale, che della pubblica sicurezza della balneazione. Considerare le spiagge Italiane alla stessa stregua di quelle della Normandia sul Mare del Nord o dell'Estonia sul Mar Baltico non ha senso. Là si tratta di lande bellissime, ma per lo più desolate dove il mare si può fare solo in brevi periodi dell'anno ed in condizioni atmosferiche particolarmente favorevoli. Per questo l'impianto di strutture fisse non ha senso».

Negli anni passati, sostiene il consigliere, la Giunta Burlando non si è mai voluta occupare seriamente della questione e non si è mai raffrontata seriamente con il Governo in carica.

«Oggi, la nuova Giunta di Toti invece, a pochi mesi dall'elezione - dice - si sta muovendo in una direzione chiara e propositiva, sollecitando un impegno vero da parte del Governo Renzi. Negli anni passati la nostra Regione aveva alzato i canoni demaniali delle spiagge e messo nero su bianco quanto spendeva ciascun stabilimento balneare. Questo aveva sollevato inevitabilmente un polverone di polemiche. Le spiagge della nostra regione sono attività economiche che però non vengono considerate come tali. Penso agli albergatori che pagano l'IVA al 10 per cento e  agli stabilimenti al 22 per cento. E' quindi prioritario proteggere tali categorie aprendo un tavolo di discussione serio con il Governo». (8 ottobre)

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