In primo piano la necessità di rideterminare il periodo di caccia; la possibilità di stabilire i contingenti di abbattimento e sancire che fino a che i numeri non sono stati raggiunti si continui a cacciare; determinare che il proprietario del fondo in possesso di permesso e tesserino, possa sempre cacciare il cinghiale sul suo fondo nel corso di tutto l'anno. E in caso di mancanza di porto d'armi possa delegare persona di sua fiducia.
"I dati dimostrano che la sola attività venatoria, con le modalità fino ad oggi seguite, è stata in grado di mantenere un equilibrio tollerabile per l'agricoltura - spiega Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. E' necessario riordinare e coordinare la materia non escludendo interventi straordinari. La densità di capi e la loro collocazione è intollerabile rispetto alle esigenze degli agricoltori".
Una riunione che ha visto l'avvio del confronto su alcuni punti operativi tra agricoltori e cacciatori: dalla possibilità dell'agricoltore di chiedere l'intervento di un componente delle squadre di cacciatori per intervenire sul proprio fondo, alla rotazione sul territorio delle squadre stesse, alla necessità di interventi delle squadre di cacciatori in periodi particolarmente sensibili per il mondo agricolo come, ad esempio, nel corso della vendemmia. Argomenti che saranno oggetto di proposte di cui è stato incaricato un gruppo tecnico ristretto che sarà convocato nei prossimi giorni.
"La distanza tra noi e i cacciatori è meno ampia di quanto si possa pensare e questa riunione lo ha dimostrato - conclude Aldo Alberto -. Ogni decisione deve però tenere in considerazione la distinzione fra chi opera un hobby e chi, come gli agricoltori, lavora e difende la terra per creare reddito e dare posti di lavoro". (26 agosto)