"Il rispetto delle leggi è un punto fermo, - prosegue Bagnone - che separa i razzisti da coloro che semplicemente si battono per la legalità e il bene del Paese.
E' vero, noi non la pensiamo come altri e abbiamo l'orgoglio di manifestare con chiarezza, con forza, e con profonda convinzione, le nostre idee.
Ed è su questo che vogliamo essere giudicati: gli italiani alle ultime elezioni ci hanno dato segnali molto importanti in questo senso.
Ed invece Orfini ci definisce sciacalli dimenticando che nel suo partito, il PD, trovano ancora ampio spazio coloro che nel passato non avevano certamente dato prova di democrazia e di tolleranza.
La Lega Nord, pur con le sue problematiche ed i suoi errori, oggi è considerata il nemico da abbattere perché ha lavorato con impegno ed intelligenza su temi concreti che toccano la gente sulla quotidianità altro che fascismo e razzismo!!!
Se oggi i sindaci del PD si comportano sul tema dell'immigrazione incontrollata come si comporterebbe un sindaco leghista, qualcosa vorrà pur dire !!! O anche loro sono diventati fascisti e razzisti???
Ci hanno messo molto tempo in più a capirlo, questo è vero, ma finalmente sono costretti ad ammettere molte cose che noi sosteniamo da molto tempo.
Oggi non siamo più soli, almeno a parole, a sostenere che non possiamo permetterci di sacrificare i bisogni essenziali degli italiani in virtù di una solidarietà a senso unico che non produce alcun risultato di prospettive per il nostro Paese.
La solidarietà è prima di tutto un valore personale, per esempio per coloro che come me ha aiutato con le sue modeste forze la popolazione del Belice, anche se pur allora vi era qualcuno che rubava sulla generosità altrui.
Quando invece la solidarietà diventa un valore di tutta una comunità deve contemperare su molteplici interessi in gioco, dando priorità a quelli dei propri concittadini.
Il tutto con regole certe, con trasparenza, alla luce del sole.
Questa è in breve la politica della Lega Nord e la mia.
Se mi è consentito, infatti, scendere sul piano strettamente personale, posso garantire a Lei e a tutti i lettori, che di solidarietà si è intrisa la mia vita, rifiutando le facili vetrine e seguendo invece, l'esempio di un Uomo davvero antifascista (5 anni di confino) che ha rifiutato qualsiasi riconoscenza a guerra finita. Quell'uomo era mio padre.
Tutto questo, per altro, esula dall'argomento in questione e cioè la necessità che ogni organismo che si occupi di solidarietà, con i denari pubblici e privati, renda conto a tutti la propria attività, costi e ricavi compresi.
La mia richiesta è quella di un fascista e di un razzista?
Perché almeno fino ad oggi, non mi è stata data risposta?
Forse c'è qualche cosa da nascondere?
Anche Lei o chi L'ha invitato a farlo, non si è preoccupato di affrontare concretamente l'argomento, purtroppo, è caduto nella brutta tentazione dell'insulto a buon mercato.
Ma, visto la sua qualifica, colgo l'occasione per rivolgere a Lei un'altra domanda : perché non rendere pubblici i conti dei sindacati? O anche questo è fascismo e razzismo? Salutando cordialmente e amichevolmente, e spero non me ne voglia, per il modo franco e diretto di interloquire".
(11 agosto)