"Le scelte del disegno di legge del Governo aggravano i problemi della scuola": così ha esordito, nell'incontro organizzato dall'Associazione Culturale Mediterraneo sul tema "La Buona Scuola in discussione", il professor Giuseppe Bagni, presidente nazionale del Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti).
"Bisognerebbe -ha detto Bagni- stralciare il tema delle assunzioni dei precari, da destinare ad un apposito decreto legge, per permettere di svolgere un'approfondita riflessione sugli altri aspetti del disegno di legge che riguardano quale scuola vogliamo costruire per cambiare il nostro Paese". Il presidente del Cidi è partito da un'analisi dei bisogni e dei problemi della scuola italiana: forti diseguaglianze, differenze di rendimento degli studenti molto legate al contesto territoriale, dispersione scolastica che non scende. Ed ha così proseguito: "Il disegno di legge non affronta questi problemi ma li aggrava perché indirizza le risorse dove ce ne sono di più e le toglie dove sono già carenti: lo fa con il 5 per mille e con lo school bonus. Ma nelle scuole più difficili non c'è bisogno solo di soldi ma anche dei dirigenti e dei docenti migliori... con la chiamata diretta del docente da parte del dirigente si va invece nella direzione opposta". Il presidente del Cidi è stato molto critico anche sulla scelta del preside manager: "Questa cultura del preside manager non è mai appartenuta alla scuola, che è forse l'unica istituzione prevista dalla Costituzione che sia riuscita a costruire una comunità di professionisti, dirigenti e insegnanti, che cooperano nel realizzare un progetto educativo: le conquiste più importanti sono arrivate grazie a questo clima di cooperazione che ora rischia di essere spazzato via". Ancora: "Manca un progetto di scuola, una riflessione su nuovi curriculi che sappiano misurarsi con i nuovi modi di apprendere e vivere dei giovani". Bagni ha infine criticato il fatto che "i genitori che aderiscono al progetto di scuola pubblica paghino contributi volontari che sono in realtà obbligatori, mentre si detassano i genitori che scelgono le scuole private".
Dopo gli interventi di insegnanti e rappresentanti sindacali, Bagni e Giorgio Pagano, presidente di Mediterraneo, hanno proposto che le forze firmatarie dell'appello al Parlamento "La scuola che cambia il Paese" (32 sindacati e associazioni) si impegnino ancora nell'iniziativa per cambiare il disegno di legge e si radichino non solo nelle scuole ma anche nei territori.