La FIM CISL intende ribadire l'assoluta strategicità di MBDA come fulcro delle attività legate al settore della difesa. Attività che vedono nel sistema di difesa moderno MBDA un centro di integrazione delle diverse componenti (radar, sistemi missilistici, antinave, antiaereo, missili e sistemi di comunicazione progettati e sviluppati per diversi sistemi d'arma sia aerei, terrestri e navali) e parte integrante delle attività svolte nel settore della Difesa da aziende del Gruppo Finmeccanica.
Riteniamo che una possibile cessione delle quote di MBDA al partner francese e/o inglese potrebbe determinare la chiusura di progetti importanti per gli stabilimenti Italiani con danno evidente per le nostre FF.AA. che perderebbero un importante referente nazionale costringendole a rivolgersi all'estero per i propri sistemi di difesa, con possibili gravi ripercussioni sui livelli occupazionali, sia per gli stabilimenti MBDA Italia sia per le Aziende che lavorano in collaborazione su tali progetti.
Il fatto che, con l'articolo del 28-02, l'A.D. di AIRBUS Tom Enders sia uscito allo scoperto dichiarando che " anche se MBDA è una joint-venture, noi la consideriamo uno dei nostri core business e quindi se ci sarà una opportunità di avere una quota più rilevante del capitale lo faremo" rilancia l'effettiva e diretta intenzione di Airbus di "aggredire" la joint venture in maniera più incisiva e rilancia la strategicità di questa Azienda nel panorama internazionale.
Al contrario non ci sembra ci sia stata altrettanto forte da parte di Finmeccanica la difesa delle sue quote e quindi del know how , dei progetti e delle attività tecnologicamente d'avanguardia e tra le migliori al mondo sviluppate da una sua Azienda.
Se dal punto di vista finanziario ed industriale per Moretti, la cessione, potrebbe non essere conveniente, come sottolineato precedentemente dato che comunque MBDA dà un buon ritorno di cassa, non siamo certi come FIM CISL che il settore missilistico sia nelle attenzioni dei nostri livelli istituzionali e ci preoccupa una possibile dismissione, magari a fronte di accordi internazionali a noi sconosciuti che nel panorama internazionale sarebbe per l' Italia fortemente penalizzante.
Ci preoccupa che non sia ancora stato deciso quale sarà l'allestimento delle nuove Navi della MMI legate alla legge navale: bloccando di fatto la possibilità di sviluppare nuovi prodotti e/o la possibile evoluzione di quelli già operativi sulle nostre Unità rendendo più debole la nostra strategicità in uno scenario che di giorno in giorno diventa sempre più grave e complesso (ISIS, crisi internazionali su molti fronti, clandestini, terrorismo ) che invece richiederebbe mezzi moderni e sofisticati per poter fronteggiare queste minacce, senza dimenticare anche una difesa della "italianità" del gruppo, del contributo che il settore dà in termini di occupazione sia a livello nazionale che regionale, sia dal punto di vista finanziario considerato che MBDA ha da sempre utili in positivo e quindi da un ritorno positivo all'azionista Finmeccanica e quindi allo Stato.
La FIM CISL è impegnata per cercare risposte e dare un contributo in questa difficile situazione nel contesto complicato della trasformazione di Finmeccanica, ricorrendo anche a sollecitare risposte dagli organismi istituzionali direttamente interessati al settore difesa. La Spezia include nel suo territorio diverse attività legate a questo settore importante per il nostro Paese, Fincantieri, Oto Melara, Selex e il Distretto delle Tecnologie Marine, che hanno fatto sistema insieme a MBDA per una sempre maggiore integrazione tra sviluppo industriale, mantenimento dei livelli di eccellenza progettuali, collaborazione con i centri di ricerca, con la MMI e la Nato, che dovrebbe essere sempre di più finanziata e migliorata, resa più efficace ed efficiente: una possibile cessione di MBDA si insinuerebbe in questo sistema produttivo creando falle difficilmente aggiustabili con pericolosi risvolti sia sulle capacità e possibilità industriali, sia sulla già precaria situazione occupazionale della Liguria.