"Le ultime vittime dell'entroterra chiavarese - prosegue la nota - gridano ancora vendetta. Così come il popolo di Carrara e quello di Ortonovo, ancora una volta in ginocchio. Ai nostri vicini va tutta la nostra solidarietà, che però può fare ben poco.
Sono stati anni di politche del territorio e delle infrastrutture scellerate. In Liguria Burlando e soci se ne devono assumere una piena responsabilità.
Gabrielli ribadisce ciò che noi affermiamo da anni, citando come esempio proprio un caso spezzino: l'outlet di Brugnato, una violenza alla natura nel nome del business delle ruspe, un mostro costruito in zona esondabile, dove solo tre anni fa l'acqua aveva fatto irruzione con la sua forza straripante. Ma quando eravamo noi (e pochissimi altri) ad opporci, venivamo infamati, in primis dal sindaco, come "nemici del del lavoro e del territorio".
Intanto anche in Val di Magra, ad Arcola, è previsto un nuovo centro commerciale in zona a alto rischio idrogeologico: "il cantiere è fermo perchè manca una parte di argine, ma si riaprirà una volta realizzato", ha candidamente affermato di recente il sindaco Orlandi sulla stampa.
Dunque parole, parole, parole e niente fatti concreti, tutt'altro. Quelle del ministro Galletti ("basta condoni edilizi") sarebbero molto importanti, ma sanno di lacrime di coccodrillo perchè c'è il sospetto che resteranno tali. Le istituzioni, dal governo ai comuni, dalle regioni alle province, devono smetterla di obbedire agli enormi interessi economici privati scavalcando la salute dell'ambiente e dei cittadini salvo poi rimpallarsi le colpe ad ogni tragedia compiuta.
Nella nostra regione, dove da mesi si battibecca per la successione a Burlando, si cambierà il nome alla guida purchè nulla cambi.
E' necessario un radicale cambiamento culturale oltre che politico, affinchè il prossimo presidente non sia figlio della solita ipocrisia.
Mentre la Liguria (e il resto d'Italia) continuerà a finire sotto il fango e i detriti. Come al solito".