E soprattutto può diventare davvero concreto, se si agirà con condivisione e con capacità operativa.
I presupposti sono chiari. Più volte, pubblicamente, la Marina ha dichiarato che ha bisogno di risorse finanziarie da un lato, e che dall'altro non necessita più di tutti gli spazi attualmente a disposizione.
Fermo restando che la Marina Militare costituisce un elemento determinante per l'economia locale, più o meno rappresenta il 6% dell'intero Pil territoriale e fornisce lavoro a poco più di 8.000 persone tra civili e militari.
Le modalità per affrontare il tema possono essere molteplici, ad esempio intervenire pezzo a pezzo, sfruttando le opportunità, oppure provare anche a sviluppare un progetto di più ampio respiro, in una strategia di città, di posti di lavoro, di integrazione tra pubblico e privato.
Sappiamo bene che le possibilità che si presentano sono ampie e diversificate, la riorganizzazione dell'Arsenale, giustamente già aperto alle imprese locali, gli sbocchi liberabili a mare, anche dell'aeronautica militare, cosi come alcune grandi strutture interne all'Arsenale stesso, e poi la Caserma Duca degli Abruzzi, il deposito e la caserma Mardichi, il parcheggio di piazza d'Armi, il Centro sportivo Montagna e potremmo continuare con molte altre aree e strutture assolutamente significative.
Appare evidente che occorre un impegno di programmazione imponente, che deve essere non solo urbanistico, ma anche di realizzabilità effettiva, reale, che non può non essere aperto ad investimenti privati, che deve prevedere funzioni produttive e attività di servizi, ma anche turismo, formazione, università, tempo libero e quant'altro si renda economicamente e socialmente utile.
E' in gioco il futuro della città e del comprensorio, che può diventare magnifico, è utile ed importante che vi partecipino i soggetti interessati e competenti.
E soprattutto occorre costruire un percorso che trasformi una enorme potenzialità in una realtà concreta, passo dopo passo, senza fughe in avanti, ma con una strategia chiara e fattibile.
Il sindacato della Uil si propone di assumersi l'impegno e la responsabilità di essere partecipe di questo percorso, portando le idee e le istanze del mondo del lavoro.
Per coniugare strategia ed operatività potrebbe essere utile definire un tavolo permanente di progetto e coordinamento che veda coinvolti ad esempio il Comune della Spezia, altri comuni costieri, la Marina Militare, l'Autorità Portuale, la Camera di Commercio, il Sindacato, facendo partecipare di volta in volta anche altri soggetti interessati ad interventi particolari.
Ma occorre che venga individuato un project manager dell'iniziativa, che dia continuità al lavoro ed abbia la responsabilità di coordinare le attività e ricercare le conoscenze specialistiche, sulla base dei criteri e degli obiettivi generali identificati.
Servono idee e strumentazione, ma anche una verifica sul mercato della realizzabilità delle stesse. Un vero e proprio piano di fattibilità del "Progetto Riuso Aree Militari". Per costruire il nostro presente, e soprattutto il futuro dei giovani che ci sono e che verranno.