Lo dichiara Nicola Cecchini, segretario generale Cisl FP La Spezia. "E' noto a tutti che i posti letto di Oncologia - prosegue Cecchini - hanno da sempre sopperito alla mancanza di servizi di Hospice oncologico nel nostro territorio: proprio recentemente abbiamo posto all'attenzione della Asl e dell'assessorato regionale alla salute la nostra proposta di introduzione di questi servizi (al S.Bartolomeo, in via Fontevivo e nel S.Nicolò). Sappiamo che le resistenze odierne della direzione Asl a questa proposta sono giustificate con la penuria di risorse economiche. Tutto ciò è per noi inaccettabile: di fronte alla cura e ai bisogni della persona terminale e dei suoi famigliari non c'è budget che tenga! La scelta di oggi di mettere questi posti letto sparsi nei reparti di medicina è inaccettabile: è una scelta lesiva della dignità e dei bisogni che il malato terminale ha negli ultimi giorni della sua esistenza ed è ingiusta e penalizzante anche per quei malati di patologie tipiche dei reparti di medicina che dovranno convivere con la drammaticità dell'essere umano afflitto dalla patologia tumorale. I letti di Oncologia possono essere sostituiti solamente con un servizio funzionante e diffuso di Hospice oncologico (h24 e diurno). Senza I'Hospice non è ammissibile lo smistamento dei posti letto oncologici nelle medicine. E il bisogno di un milione di euro annui per avviare I'Hospice non potrà mai essere ostativo o giustificativo della scelta fatta oggi con la chiusura del reparto del Felettino! La dignità, il bisogno, l'attenzione che la ASL deve assicurare al malato terminale e alla sua famiglia non ha prezzo e non si può barattare o acquistare con un milione di euro! Su questo siamo irremovibili! Via Fontevivo è già pronta e in pochissime settimane potrà già accogliere tramite l'attività del Don Gnocchi anche un servizio di Hospice oncologico: non ci sono scuse ammissibili, se la Asl intende chiudere l'Oncologia allora lo può fare solamente aprendo l'Hospice al S.Bartolomeo, in Via Fontevivo e al S.Nicolò. La qualità della vita e la salute dei malati di tumore non è questione di "cassa", è la ragion d'essere stessa dell'esistenza di un'azienda sanitaria: dovrebbe essere il management della Asl a spiegare questo a noi e non viceversa!".