Il Candidato alle Elezioni Europee del Partito Democratico Brando Benifei sottoscrive l'appello lanciato dal WWF Italia per i candidati alle Europee:
"Con profonda convinzione ho aderito in questi giorni all'appello lanciato dal WWF Italia ai candidati alle Elezioni Europee del 25 Maggio per sottoscrivere il Manifesto elaborato dall'organizzazione suddiviso in 9 filoni di intervento in materia ambientale, per la prossima legislatura. Nel mio programma, l'ambiente è uno dei punti strategici: nello specifico, se sarò eletto, m'impegnerò nel sostenere una proposta per contrastare il dissesto idrogeologico, la mobilità sostenibile e la riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica. Queste sono le prime tre azioni da intraprendere, accanto alle quali si aggiungono quelle caldeggiate dal WWF, finalizzate a: affrontare il cambiamento climatico, passare ad un'economia efficiente nell'impiego delle risorse, salvaguardare e conservare la biodiversità, incoraggiare consumi più sani, equi e sostenibili, assicurare acque pulite e salubri, salvaguardare l'ambiente in modo da garantire il benessere umano in tutto il mondo, bloccare il commercio illegale di legname e di fauna selvatica, garantire un'agricoltura sostenibile, ripristinare gli stock ittici. Nello specifico, guardando alla nostra regione, sempre più orientata verso la cosiddetta "Blue economy", ritengo cruciale garantire che la politica europea relativa alla risorsa idrica sia rafforzata e applicata correttamente in occasione della revisione della Direttiva Quadro sulle Acque prevista nel 2018. E' necessario ottenere che gli ecosistemi marini degli Stati Membri raggiungano un "buono stato ambientale" entro il 2020, come stabilito nella Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, assicurare che gli Stati Membri implementino leggi sulla pesca forti ed efficaci, che impediscano la pesca illegale con l'obiettivo di assicurare la gestione sostenibile degli stock ittici nel lungo periodo. Oltre che produrre un indiscutibile vantaggio per l'ambiente, queste politiche avrebbero anche importanti ricadute a livello lavorativo ed economico: si calcola che, soltanto il valore annuale della pesca illegale e non dichiarata, sia pari a 10-23.5 miliardi di dollari: una concorrenza sleale verso i pescatori onesti, le comunità costiere, che provoca danni per le attività produttive, il depauperamento degli stock ittici e la distruzione degli habitat marini".