"E' stato un momento di approfondimento e di confronto utile per tutti, grazie al Ministro e a tutti gli intervenuti", ha commentato in conclusione il Presidente di Mediterraneo Giorgio Pagano. Pagano, all'inizio, ha posto al Ministro la questione di fondo: come tradurre in atti concreti le sue parole condivisibili sulla "de carbonizzazione"? Come dar vita a un Piano Energetico Nazionale che abbia una strategia fondata su risparmio ed efficienza energetica e sulle rinnovabili e, nella fase transitoria, sul gas? Domande riprese da Daniela Patrucco del Comitato, da Stefano Sarti di Legambiente, da Giovanni Ponzanelli del WWF, e da altri intervenuti. Orlando ha ricordato che, nel nostro Paese, non c'è un Ministero dell'Energia e che la competenza del Piano è del Ministero dello Sviluppo Economico, d'intesa con quello dell'Ambiente. Ed è stato chiaro su ciò che lui proporrà al suo collega Zanonato: risparmio ed efficienza; no alla tesi "abbiamo il gas, rinunciamo alle rinnovabili", perché le rinnovabili sono non solo un modo per ridurre le emissioni di CO2 ma anche uno strumento per essere indipendenti come Paese; no a nuove centrali a carbone; studiare il modo di uscire dagli investimenti realizzati sul carbone. Molto dipenderà, ha aggiunto il Ministro, dalle indicazioni europee. Orlando ha anche detto che il suo Ministero è contrario allo "shale gas" (estrazione del gas dalle rocce), oggi centrale nella strategia energetica degli Stati Uniti. Sulla concessione dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) alla centrale spezzina, il Ministro ha ricordato di aver prescritto uno studio sanitario entro un anno: "se emergeranno anomalie -ha concluso- l'AIA sarà rivista".