Su questo tema Mediterraneo ha prodotto in questi anni un'elaborazione frutto del dialogo con le associazioni ambientaliste, imprenditoriali e sindacali, con Regioni e Comuni, con rappresentanti dell'Onu e dell'Unione europea, con molti esperti di tendenze diverse. L'elaborazione è così riassumibile: l'Italia deve raggiungere entro il 2014 gli obbiettivi di riduzione dei gas serra, quelli che provocano il riscaldamento globale, previsti dal protocollo di Kyoto, e entro il 2020 gli obbiettivi europei del "pacchetto 20-20-20": -20 di anidride carbonica, +20 di energie rinnovabili, +20 di efficienza energetica; le emissioni sono diminuite dal 2008 in poi grazie non solo alla crisi economica ma anche al fatto che l'economia italiana si è fortemente de carbonizzata e che il mix energetico è cambiato: meno prodotti petroliferi, più gas e più fonti rinnovabili; gli obbiettivi dell'Onu e dell'Ue sono raggiungibili agendo su trasporti, riscaldamento e centrali; un nuovo Piano energetico dovrebbe fondarsi sull'efficienza, sulle fonti rinnovabili e sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, obbiettivi che potrebbero diventare il "driver" di un New Deal ecologico contro la crisi; nella fase di transizione la rete italiana può basarsi sul gas, che presenta caratteristiche ideali per combinarsi con le rinnovabili, e non sul troppo inquinante carbone. L'Associazione non ha mai trovato, però, interlocutori nel Governo nazionale: l'Italia non ha una strategia energetica. Il Ministro Orlando ha detto parole importanti: "serve un Piano energetico nazionale che vada verso la de carbonizzazione". Come tradurre queste parole condivisibili in atti concreti? Il collegato ambientale alla legge di stabilità, per esempio, non affronta questo problema. L'incontro avrà le caratteristiche del confronto con la città, vitalmente interessata al Piano sia per il futuro della centrale Enel di Vallegrande che per quello del gassificatore Snam Rete Gas di Panigaglia.