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PUC Lerici, Legambiente: "Speriamo cambi mentalità rovinosa" In evidenza

dal circolo Legambiente di Lerici - Chi percorre i sentieri del Carpione, non può non restare ammirato di fronte alle imponenti opere di regimentazione idraulica edificate dai nostri predecessori.

Lo stesso escursionista, che si trovasse a passeggiare verso la fine dell'inverno, potrà osservare le imponenti fioriture del bianco anemone trifogliato. Questi due segni, in apparenza così diversi, convergono invece ad indicare la natura carsica del nostro territorio. Ai nostri antenati era pertanto ben chiara l'importanza di agire con pazienza e rispetto ogniqualvolta si fosse costretti ad apportare delle modifiche a un ambiente così delicato.

Dalla prima metà del secolo scorso questo stretto rapporto con la natura è andato perso e l'uomo, forte dei nuovi mezzi tecnologici, ha cominciato ad operare in modo sconsiderato.

Fin da allora qualcuno rimase scottato dalla sua imprudenza: per lungo tempo fu proverbiale il fallimento dell'impresa Locori, causato dalle difficoltà incontrate nel demolire il costone roccioso sul quale sarebbe sorto il palazzo della Maternità.

Negli ultimi venti anni, nonostante gli avvertimenti sui mutamenti del clima e, in particolare, del regime delle piogge, l'imprudenza umana è divenuta addirittura devastante. Una piccola lezione di etimologia della toponomastica locale sarebbe forse bastata ad evitare errori imperdonabili. Gli Orti de Padua (di facile traduzione) sono divenuti Via Gerini che si trasforma in un fiume in piena ad ogni terminale più intenso. In Botri (inghiottitoi di origine carsica), ora Lido di Lerici, le megatonnellate di cemento armato, scaricate per costruire la passeggiata pensile, ostacolano il deflusso naturale delle acque che si sfogano contribuendo a demolire la parete sovrastante. In Travalà (tra le valli, con annessi rivi ), fuori della Galleria Primacina, una strada di cantiere, ora parzialmente chiusa, senza adeguate protezioni, causava scarichi di materiale sulla sottostante carreggiata. Adesso si sta per giungere al culmine, con la costruzione di un parcheggio alla Serra, in località la Lama (la frana). Neppure Totò, in un film degli anni cinquanta, avrebbe provato a vendere un garage in località La Frana.

Dopo questi esempi, ci si può solo augurare che il nuovo PUC dia un segnale di cambiamento di questa rovinosa mentalità. Che siano censiti i siti ad alta fragilità e che la valutazione del rischio idrogeologico sia inserita nel regolamento edilizio comunale. Che sia attuata una politica di previsione che tenga conto della naturale evoluzione del territorio e una politica di prevenzione che definisca limiti adeguati del livello di rischio e predisponga misure di salvaguardia nelle situazioni di rischio più elevate.

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