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Il Consiglio Comunale di Arcola chiede la rinegoziazione delle tariffe dell'acqua In evidenza

Secondo la mozione approvata, la Provincia dovrebbe costituire un tavolo di concertazione con sindaci, sindacati, associazioni di categoria e dei consumatori.

Il Consiglio Comunale di Arcola ha approvato con voti 9 voti favorevoli, due voti di astensione e uno contrario, la mozione presentata dal guppo Uniti per Arcola per una rinegoziazione delle tariffe idriche con il gestore ACAM ACQUE per i prossimi sei anni.

Spiega Carmela Bianchini, capogruppo di Uniti per Arcola: "L’incremento tariffario del 10% delle tariffe idriche proposto dall’azienda per supportare una mole di 180 milioni di investimenti destinati al risanamento della rete che perde il 50% di acqua trasportata, è giudicato insostenibile nell’attuale situazione economico finanziaria del territorio ed in particolare delle fasce meno abbienti della popolazione. L’obiettivo del risanamento della rete non è in discussione, semmai tardivo, tanto che se gestito nel tempo avrebbe migliorato il patrimonio disponibile riducendo i costi di produzione con possibilità di recuperare in un periodo medio temporale gli stessi costi d’investimento. Il punto è che il peso scaricato totalmente nell’immediato grava esclusivamente sull’utenza mentre l’azienda, che ha registrato utili sorprendenti negli ultimi anni grazie a tariffe già remunerative e ad una riscossione anticipata delle forniture con giacenza di cassa positiva, non reinveste sull’azienda.

"E’ quindi necessario che la Provincia, che svolge il principale ruolo istituzionale nella definizione del piano tariffario ed è rimasta silente sino ad oggi sul problema assumendosi pesante responsabilità, assieme al gestore, costruisca a breve un tavolo di concertazione con i sindaci, sindacati, associazioni di categoria e dei consumatori per una diversa ipotesi tariffaria. Il nostro consiglio comunale suggerisce che il peso dell’operazione non possa pesare sull’utenza oltre il tasso inflattivo e che la maggiore quota sia investita dall’azienda che gestisce in house (senza gara) il servizio idrico integrato sino al 2033, valutando in tale circostanza anche un‘eventuale estensione compensativa della scadenza contrattuale", conclude Carmela Bianchini.

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