"Oggi il centrosinistra ha rimesso radici profonde, dopo molte difficoltà registrate negli scorsi anni. Sapevamo di dover contrastare un sistema di potere forte e arroccato, che alla fine ha vinto di misura. Ma adesso ci sono le condizioni per realizzare quello che in questa tornata elettorale non è riuscito", ha affermato l'onorevole Andrea Orlando durante la conferenza stampa al Mog, tenuta dopo aver telefonato a Marco Bucci ed avergli augurato buon lavoro.
"Le forze del centrosinistra in Liguria hanno collaborato correttamente e lealmente, abbiamo pagato qualche difficoltà del cosiddetto campo largo nazionale, che si è ripercossa anche sulla nostra realtà. I numeri sono indicativi da questo punto di vista - ha proseguito Orlando, che ritiene necessario dar vita ad una coalizione stabile - “Il centrosinistra deve darsi un assetto di coalizione stabile, non è possibile determinare il format di volta in volta. Questo dà ai nostri avversari un vantaggio enorme: loro si sono fatti trovare pronti dopo una telefonata della leader di Fratelli d’Italia. Noi non siamo così disciplinati e non vogliamo neanche diventarli, perchè credo che il pluralismo sia una ricchezza, ma a volta troppa ricchezza può essere un danno. Dobbiamo costruire a livello nazionale una coalizione stabile, su un progetto".
Analizzando i dati emersi dalle urne, prosegue: “C’è stato un grande risultato del Pd ma anche della coalizione: nel 2020 ci separavano 17 punti dal centrodestra, oggi è uno solo. Alle Europee eravamo davanti, ma quelle elezioni sono un’altra partita. Non dimentichiamo che la destra governa tre capoluoghi su quattro”.
Per vincere, però, non serve solo un partito, ma una coalizione: "Se a livello nazionale vogliamo essere competitivi, non possiamo fare le discussioni che abbiamo fatto in Liguria. I veti qui hanno inciso sul risultato, a livello nazionale possono fare fallire un progetto. Lo stato di salute del PD è buono, ma dobbiamo curarci anche dello stato della coalizione nel suo insieme. Il calo di una forza alleata è sempre un problema”.
A che gli fa notare che, con il divario dall'avversario così risicato, i voti di Rifondazione Comunista gli avrebbero fatto comodo, Orlando risponde: “Non abbiamo mai posto il veto contro Rifondazione, la cui dirigenza ligure aveva peraltro manifestato la possibilità di far parte del centrosinistra come fatto in altre regioni. Poi c’è stata una discussione accesa all'interno del partito che ha portato a una scelta diversa. Mi auguro che questo risultato induca tutti a una riflessione, di sicuro Bucci è stato il più contento di tutti per questa scelta”.
Orlando sarà alla guida dell'opposizione nel Consiglio regionale ligure o rimarrà deputato? "E' una cosa sulla quale voglio riflettere", ha affermato.
Certamente, invece, si libera la poltrona di sindaco di Genova e quindi si va verso altre eleioni: “Genova è una sfida che si apre subito: mi auguro si possa fare con la stessa determinazione, ma con maggior successo, di quello che abbiamo fatto a livello regionale. I numeri da questo punto di vista sono incoraggianti e fanno anche giustizia di una narrazione del modello Genova che era tutto luccichii. Il presidente Bucci ha perso a Genova e ha vinto grazie all’apporto determinante del centrodestra di Imperia e dei residui dell’armata totiana: spero che non condizionino eccessivamente le scelte della prossima amministrazione ligure”.
