Direttore generale dell'urbanistica, autore del PRG di Napoli e di libri che hanno insegnato l'urbanistica anche ai non urbanisti, membro attivo di associazioni che difendono la democrazia e il paesaggio, Vezio De Lucia è uno che non le manda a dire e boccia senza appello il progetto Buren come «bruttissimo» dalle colonne di Eddyburg.it.
Il noto urbanista ha sottoscritto l'appello dei 33 in difesa di Piazza Verdi, promosso dal Comitato Difesa, Italia Nostra e Legambiente (
www.change.org/it/petizioni/piazza-verdi-la-spezia-rispettiamo-la-storia-i-diritti-costituzionali-dei-cittadini-e-le-normative-di-tutela-firma-l-appello) e, mostrando di conoscere molto bene la nostra città e la sua storia urbanistica, dichiara: «Non sono pregiudizialmente contrario all'introduzione di elementi contemporanei nella città antica. Ma so che la città non è solo le sue pietre, ma anche la comunità che la vive. So anche che per gli spezzini Piazza Verdi è un simbolo vivo della continuità della sua storia attraverso i drammi e le distruzioni: era l'unico spazio pubblico rimasto indenne dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e rispettato nella ricostruzione postbellica.»
Decidere di cambiarne vistosamente l'aspetto senza aver preventivamente discusso delle diverse ipotesi progettuali con i cittadini, è stato un errore grave: imperdonabile in una fase di crisi delle istituzioni e delle altre forme di rappresentanza democratica.»
«Queste voci sono una boccata d'aria fresca. Per troppo tempo siamo stati abituati a sentire solo le campane di casa nostra battere su un'unica identica nota. Siamo fieri di aver aperto un dibattito sull'urbanistica nella nostra città, coinvolgendo nomi di questo livello - dichiara Stefano Sarti – Purtroppo è l'Amministrazione che avrebbe dovuto promuovere il dibattito, e avrebbe dovuto farlo prima di legare la città "mani e piedi" al progetto Buren: un vicolo cieco da cui ora il Sindaco sembra non saper più come uscire.»
Almeno ora il Sindaco ascolti le voci che si levano su Piazza Verdi: «Intestardirsi - conclude Vezio De Lucia - significa intendere il ruolo di eletto come potere arrogante anziché come servizio alla collettività.»