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Nuova legge regionale per i beni confiscati alle mafie: ogni anno 600 mila euro per la riconversione In evidenza

Approvazione all'unanimità. Il Presidente della Commissione antimafia Centi: "Un aiuto importante per i sindaci".

Approvato all'unanimità dal Consiglio regionale della Liguria il Testo unico contro il crimine organizzato, per la cultura della legalità e sui beni confiscati. Nel provvedimento, nato dalla collaborazione tra la Commissione Regionale Antimafia e l'assessorato competente, si precisa come Regione Liguria riconosca la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità, favorendo con la suddetta misura il pieno riutilizzo di questi beni. La legge prevede 600 mila euro di fondi ogni anno da destinare ai Comuni per la riconversione dei beni.

"Il documento è il prodotto anche di una importante serie di audizioni che si sono svolte sui due progetti di legge originari – spiega il presidente della Commissione Regionale Antimafia, Roberto Centi - Vale la pena ricordare che sono stati sentiti: l'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l'associazione LIBERA, il Comune di Genova nonché docenti di chiara fama nelle tematiche in discorso".

"Per ciò che concerne le misure di maggior impatto sull'ordinamento regionale – sottolinea Centi - il Piano strategico regionale per la valorizzazione dei beni confiscati rappresenta al tempo stesso una fotografia e uno strumento di programmazione nella materia, sistematizzando tutti gli interventi regionali che la riguardano. Altra misura di sicuro rilievo è quella per cui si positivizza in previsioni di rango legislativo la possibilità per gli Enti locali di partecipare a un bando della Giunta regionale per accedere a contributi per interventi di valorizzazione dei beni confiscati a loro destinatati".

Il presidente della Commissione Regionale Antimafia ha evidenziato, inoltre, l'importanza della stipula di protocolli d'intesa per migliorare il sistema informativo e conoscitivo del patrimonio confiscato presente sul territorio regionale e facilitare l'avvio dei progetti di recupero.
"Questa legge aiuta i sindaci, dando loro delle gambe per poter mettere i beni confiscati a disposizione della società delle persone che stanno male, delle associazioni che si occupano di vecchie e nuove povertà, di persone bisognose perché portatrici di handicap, co-housing, lavoro giovanile – conclude Centi - È una legge concreta ma anche con un valore simbolico inestimabile".

Alla Spezia ci sono già alcuni beni inseriti nel bando: via Mazzini e Piazza Chiodo; ed uno ad Arcola.

 

I COMMENTI
"Esprimo la mia soddisfazione per l'approvazione delle modifiche alla legge regionale del 5 marzo 2012, riguardante le iniziative di Regione Liguria per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità e alla legge regionale 16 febbraio 2016, n. 1 (Legge sulla crescita) in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata". Così il capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale Gianni Pastorino, dopo il voto di questa mattina in aula.

"Quanto svolto – continua Pastorino - dalla Commissione Antimafia rispetto al recupero dei beni sequestrati alla mafia conferma la qualità del lavoro di tutta la Commissione, e soprattutto mi ritengo soddisfatto di aver partecipato insieme al collega Luca Garibaldi, al collega Fabio Tosi e all'allora collega Alice Salvatore alla costruzione della Commissione Antimafia nella scorsa legislatura. Credo che tutte le colleghe e tutti i colleghi abbiano partecipato con intensità a questi lavori coordinati positivamente dal presidente della commissione Roberto Centi, dai due vicepresidenti: il consigliere Alessandro Bozzano e successivamente la consigliera Chiara Cerri".

"In aula – conclude il capogruppo di Linea Condivisa - ho ricordato anche l'apporto dell'assessore Alessio Piana, cosa che non faccio abitualmente, ma devo dire che in questa materia rispetto alle difficoltà avute in passato, la commissione ha avuto un interlocutore presente e credibile. La Commissione Antimafia Regionale ha dei poteri limitati, in quanto a differenza della Commissione Antimafia Parlamentare non ha veri poteri ispettivi, ma di confronto e di elaborazione normativa, e credo che proprio che su questo ultimo punto abbia svolto un ottimo lavoro con un testo completo e ordinato".

 

Il capogruppo del Partito Democratico in Regione Luca Garibaldi afferma: "L'approvazione all'unanimità delle modifiche alla Legge regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso rende finalmente strutturale nel bilancio della Regione il contributo economico per il recupero dei beni confiscati alla mafia. Questo agevolerà e favorirà l'intervento degli enti locali impegnati al recuperare questi beni e ne promuoverà la riqualificazione il riutilizzo. Quello di oggi è il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato nel 2018 quando come Partito Democratico avevamo proposto e ottenuto l'utilizzo di 500mila euro del fondo strategico regionale per il recupero dei beni della confisca Canfarotta. Da allora la Regione ha stanziato annualmente i fondi per promuovere il recupero e il riutilizzo di quei beni per restituirli alla collettività. Ora quello stanziamento sale a 600mila euro e diventa organico e costante, un risultato molto importante di cui siamo orgogliosi".

"Pensiamo però - prosegue Garibaldi - che si debba continuare a fare ancora di più. Gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, soprattutto in una fase storica come quella attuale, in cui le mafie sono particolarmente presenti e interessate ai grandi appalti di opere pubbliche e si innestano sempre di più nei gangli dell'economia della regione, sono indispensabili e necessarie. Il prossimo passo dovrebbe essere l'elaborazione di un Testo unico antimafia che consenta di dare strumenti di contrasto e prevenzione nei settori principali dell'economia regionale, dalla logistica alla sanità dall'ambiente agli appalti. Continuare a tenere alta l'attenzione è fondamentale, lo dimostrano le vicende degli ultimi giorni a partire dal cantiere dello scolmatore del Bisagno, di nuovo fermo per interdittiva antimafia, perché il rischio che la mafia si infiltri nelle grandi opere in corso di costruzione nella nostra Regione è concreto"

 

 

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