Davanti ad una folla accorsa da ogni parte della Liguria per assistere a quello che sarà senza dubbio l'evento più trascinante del panorama della Festa Democratica di Genova.
Il clima era quello di ogni iniziativa cui ha presenziato Matteo.
Se non che, c'era qualcosa in più.
Tutt'attorno, ovunque si volgesse lo sguardo, erano presenti personalità, che con fervore hanno sostenuto Bersani alle Primarie 2012, intenti nell'applaudire e tweettare frasi di Matteo.
Il senso è chiaro: gran parte della nostra "veterana" classe dirigente sta cambiando casacca.
In tanti ancora attendono le mosse del rottamatore per fare outing; altri, invece, hanno già manifestamente espresso la loro adesione alle "idee" di Renzi, quelle stesse idee precedentemente avversate perchè "liberali" o troppo "di destra".
Le stesse idee che qualcuno spera di portare in Europa!
Nessun dubbio circa la necessità di una squadra unita nell'ottica più ampia dell'inclusione e della partecipazione di chiunque ne condivida il pensiero ed obiettivo.
Il timore è che l'adesione della vecchia guardia possa avere pericolose ricadute sull'idea di PD lanciata da Renzi e tranciare così ogni prospettiva di miglioramento delle condizioni del nostro paese.
Ora, è facile mascherarne gli effetti alimentando sterile polemica sulla distinzione infondata tra "renziani della prima ora" e "renziani della seconda ora" e insistendo sull'importanza dell'apporto di risorse ed energie al pensiero renziano.
Infatti, fermo restando che, in realtà, il distinguo è più corretto operarlo tra chi ha aderito originariamente al progetto di Matteo Renzi e chi invece ha sostenuto le idee di Pier Luigi Bersani pensando non potesse non vincere le elezioni, il vero problema è un altro.
Il pericolo è che l'adesione di questa parte di gruppo dirigente al progetto di Matteo possa condizionarne la portata ed avere un effetto travolgente sulla sua credibilità di fronte a tutti coloro che, al di fuori di ogni logica partitica, hanno creduto al messaggio dell'innovazione delle idee e delle persone.
Perchè l'idea che si ha di partito non si può cambiare nel giro di qualche mese.
Se questo trend d'espansione proseguirà con le conseguenti inevitabili logiche di posizionamento, Renzi dovrà farsi carico del fallimento del proprio messaggio; il nuovo gruppo dirigente del PD, infatti, sarà proprio quello che diceva di voler rottamare!
PAOLA LAZZONI - Segreteria Provinciale PD
VALENTINA VIVIANI - Circolo PD Deiva Marina