Ogni anno, puntuale, il fiume accatasta legno ed altri rifiuti di varia natura sulle nostre spiagge. Ed ogni anno, da decenni, la Regione riconosce a tale ricorrente fenomeno il carattere di "emergenza e straordinarietà" e stanzia migliaia di euro per ripulire il litorale.
Non subito però, ma solo dopo che il territorio ha rivolto a Genova l'usuale lamento.
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Adesso, non sarebbe meglio stanziare ogni anno la medesima cifra per ripulire l'alveo da “biomassa morta” e rifiuti ? Non sarebbe stato meglio finanziare il progetto presentato 3 anni fa dal parco “pulizia dei fiumi, gestione biomasse, sicurezza del territorio”?
Sarebbe stato utile ed opportuno dal momento che il fiume attraversa 11 Comuni, affidando il compito ad un unico soggetto, piuttosto che ad 11 Comuni nella speranza che, con 11 differenti appalti pubblici ed eventuali relativi ricorsi che probabilmente assorbirebbero gran parte delle risorse, avvenga il miracolo del necessario coordinamento del loro operato.
Tra prevenzione ed emergenza, nel caso specifico, c'è una differenza sostanziale: la biomassa raccolta in alveo è una risorsa (può essere cippata e venduta; può produrre energia ed occupazione, per quanto modesta) mentre la stessa biomassa, mista a plastica e ad altre sostanze nocive, se raccolta sul litorale è un rifiuto non riciclabile: non si sa dove metterlo e cosa farne.
Ed è singolare che quelle istituzioni che si fanno sostenitrici, tra i cittadini, del riciclaggio dei rifiuti, a loro volta preferiscano smaltire anziché riciclare.
Oltretutto nel Magra è ormai acclarato che non c'è solo legno, c'è anche dell'altro che, con l'erosione delle sponde, arriva al mare in quantità sempre maggiore (vedi in ultimo depuratore di Vezzano)
Si tratta di rifiuti, anche pericolosi, che, come il legno, si depositano sulle spiagge. Ci vuole un soggetto che si occupi di bonificare, accedendo a risorse non solo locali.
Insomma che abbia come unico scopo la salvaguardia del'ambiente fluviale, non solo per attirare turisti, quanto per il ben più necessario ed urgente compito di salvare l'acqua che beviamo e le spiagge che frequentiamo, perchè non abbiamo altra acqua che quella del fiume e dovremmo evitare, un domani, avendo lasciato che il percolato s'infiltrasse negli aquiferi, di berci quella del mare, dissalandola, come a Dubai.
Insomma riprendere e finanziare il progetto presentato dal parco di Montemarcello Magra Vara sarebbe più che necessario.
Pietro Tedeschi
ex Presidente Parco Montemarcello Magra Vara