Il Biodigestore di Saliceti è stato bocciato dal TAR Liguria perché non previsto dalle pianificazione provinciale e il presidente della Provincia Peracchini esulta, perché il ministero ha ammesso al finanziamento del PNRR un progetto che fa del nostro territorio la pattumiera di Genova. E con lui esulta la maggioranza di centrodestra in Regione e Provincia. Pur di compiacere Toti e Giampedrone nel loro disegno di ridurre il nostro territorio a colonia di Genova, i nostri amministratori hanno fatto carne di porco del Piano provinciale che lo stesso centrodestra aveva approvato nell’agosto 2018: ed esultano.
Un biodigestore da 120.000 tonnellate effettive - quando alla Spezia sarebbe più che sufficiente un impianto da 30.000 tonnellate - costruito sulla falda acquifera del Magra, che mette a rischio la nostra acqua potabile, viene spacciato come “interesse della cittadinanza spezzina”. A questo punto vogliamo ricordare a tutti gli amministratori, laddove fosse "sfuggito", che a oggi il Ministero ha approvato la sola graduatoria definitiva delle proposte ammesse al finanziamento su domanda presentata il 16 marzo 2022.
Al contempo ci è sorto un dubbio legittimo: sono state trasmesse alla commissione ministeriale del PNRR tutte le informazioni necessarie per valutare l’ammissibilità della domanda di finanziamento? E’ stata trasmessa la sentenza del TAR Liguria del 3 marzo 2022, che ha annullato l’approvazione del progetto Saliceti? Sono state inviate tutte le informazioni per valutare l’impatto ambientale sul territorio? Se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar ilprogetto sarà ancora finanziabile con i fondi europei del PNRR? Oppure Peracchini e Giampedrone ci stanno inviando il messaggio che sono convinti che l’udienza al Consiglio di Stato sia una pura formalità, una recita, un papocchio, che non ha nulla a che vedere con la giustizia amministrativa?
Oppure pensano di far valere l’inserimento di Saliceti nel Piano regionale dei rifiuti approvato a luglio, scavalcando il diritto della Provincia sancito dal Codice dell’ambiente del 2006 a scegliere i siti degli impianti? E’ giunto il momento che tutti coloro che hanno sempre manifestato la contrarietà al progetto, a partire dai parlamentari per finire ai consiglieri comunali e provinciali anche di centrodestra, mostrino coerenza con iniziative forti in tutte le sedi istituzionali e giurisdizionali italiane ed europee. Adesso spetta a loro il compito di portare a conoscenza della commissione del PNRR la sentenza del TAR e della Commissione di vigilanza europea sui finanziamenti, i rischi ambientali (idrogeologico, sismico, d’incendio, di attentato al sito Natura 2000del Parco Magra). che sono stati sottovalutati in Conferenza dei servizi anche omettendo l’applicazione di nuove normative del 2019.
Noi lo abbiamo già fatto! Peracchini si trincera dietro motivazioni di emergenza, peccato che l'attuale emergenza sia conseguenza delle sue omissioni perchè se, in qualità di Presidente della Provincia, avesse dato attuazione al Piano Provinciale,approvato – lo ribadiamo -nel 2018 dal centrodestra, il ciclo dei rifiuti alla Spezia poteva essere chiuso da 3 anni, con un investimento da 7.7 milioni di euro invece di 56 (dati Iren in sede di gara europea) minori tariffe per i Comuni (89 euro invece dei 113 pagati fino a oggi) e Tari più leggera per i cittadini, minori rischi ambientali e minori rischi per la salute. Ma l’alibi dell’emergenza, che lo stesso Peracchini ha creato, è la carta che il Presidente della Provincia tenta di giocare forse pensando di condizionare la sentenza del Consiglio di Stato e giustificare la realizzazione di un impianto sovradimensionato in un sito a criticità ambientale molto elevata.
Oltre al Presidente Peracchini, stupisce che anche il dirigente Marco Casarino, in ragione del Ruolo, che ricopre in Provincia, non abbia dato corso alla delibera del 2018 e obbligato Recos/Iren al rispetto della gara europea del 2016 di cui si vanta di essere aggiudicataria. Il direttore Casarino ha accreditato al Ministero il nuovo progetto di Iren per ottenere il finanziamento con 40 milioni di soldi pubblici, che vengono dalle tasse dei cittadini! A ciò andranno aggiuntigli elevati costi di gestione dell'impianto caratterizzato da una tecnologia che necessita di tanta energia e di moltissima acqua per funzionare. Tutto ciò si ripercuoterà sulla Tari che i comuni faranno pagare ai cittadini.
Comitato Sarzana, che botta!, Carlo Ruocco
Comitato No Biodigestore Saliceti, Demetrio Macheda
Associazione Acqua Bene Comune, Fabrizia Giannini
Cittadinanzattiva, Rino Tortorelli
Italia Nostra Luca Cerretti