Periodicamente si apre il dibattito sul destino dell'area Enel; impegna le migliori intelligenze della comunità e ciascuno cerca di individuare soluzioni che rendano quell'area volano di uno sviluppo rispettoso dell'ambiente e della salute dei cittadini.
Ogni volta però la discussione è costretta a fermarsi all'esercizio intellettuale, perché, come noto, l'area è di proprietà di Enel,
che al momento non intende condividere le proprie intenzioni con la città.
Ci è stata rivelata in una conferenza stampa estiva, dai toni trionfali, l'esistenza di un protocollo tra l'attuale amministrazione comunale spezzina e la dirigenza di Enel i cui contenuti di sostanza non vengono condivisi con la comunità dei governati perché segreti.
Fatto parecchio curioso trattandosi del destino di un'area che seppur privata segnerà l'economia locale e sapere tempestivamente se sarà lasciata in abbandono o riutilizzata, e quando e come, è interesse proprio di tutti.
Eppure è esistito un tavolo a cui Enel aveva accettato di sedere con tutti gli stakeholder per ragionare della riconversione delle sue aree.
Eppure c'è stato un momento - lontano nel metodo e nel tempo- in cui grazie alla mediazione dell'amministrazione comunale, non l'attuale, un'altra, veniva siglato l'accordo tra Enel ed Enea per individuare ipotesi innovative di sviluppo dell'area dopo la dismissione della Centrale.
Oggi più che illustrare sui giornali i nostri innovativi progetti dovremmo tutti, politica, enti, imprenditori, forze sindacali, società civile, operare perché Enel accetti nuovamente di sedersi al tavolo con tutti gli attori del territorio, senza vincoli di segreto, per condividere le scelte e i tempi di riutilizzo di un'area che è palesemente strategica per lo sviluppo.
Il resto è speculazione filosofica, sempre interessante ma poco rispondente all'interesse di chi crede ancora possibile costruire un futuro per la comunità.
Antonella Franciosi
Presidente provinciale Italia Viva La Spezia