In questi giorni si prospettano diverse mobilitazioni in provincia riguardo il conflitto israelo palestinese. Come PCI, pur condividendo l'invito alla cessazione di ogni violenza e al rilascio degli ostaggi, non parteciperemo a eventi basati su una neutralità ed un'equidistanza che non condividiamo.
Pur riconoscendo la gravità delle azioni terroristiche di Hamas, non si possono porre sullo stesso piano le responsabilità dei due contendenti ed omettere tutto ciò che è accaduto prima del 7 Ottobre scorso.
La storia, infatti, non inizia da questa data come intendono mostrare stampa e mass media dominanti, maestri in una narrazione che ignora volutamente ciò che è accaduto dal 1948 ad oggi.
Noi comunisti non possiamo accettare neutralità in presenza di uno Stato come Israele che con ogni mezzo pratica politiche di colonizzazione di brutale occupazione che abbiamo sempre combattuto in tutte le sue forme. In questa situazione ancor più drammatica che abbiamo sempre denunciato non faremo certo eccezione.
Gli ultimi drammatici eventi sono il risultato di un odio accumulato in decenni di vessazioni subite dal popolo palestinese e il risultato dell'inazione e della faziosità di un mondo occidentale che ha lasciato fare e che è complice.
La rappresaglia israeliana su Gaza sta provocando altre migliaia di vittime tra cui almeno 800 bimbi che vengono purtroppo considerati morti di serie B.
È possibile quindi che la sicurezza di Israele, Stato occupante, debba sempre prevalere sulla sicurezza e sulla libertà del popolo occupato?
È possibile consentire ad Israele di non ottemperare impunemente alle risoluzioni ONU?
È possibile che nei processi di pace la mediazione debba sempre essere sempre rappresentata dagli USA notoriamente di parte?
È possibile rimanere neutrali di fronte a bombardamenti, demolizioni di case, ricatti riguardo forniture di acqua, cibo ed energia elettrica, stragi di civili come nel caso delle dimenticate Sabra e Chatila 1983?
È possibile rimanere neutrali quando si fa passare Israele per vittima e non per carnefice, fatte salve ovviamente le vittime innocenti del 7 ottobre?
È possibile parlare di tavoli di pace senza che la comunità internazionale e l'Italia non riconoscano lo stato di Palestina?
Il PCI, sin dalla sua nascita, ha portato avanti una linea politica fatta di coerenza e di priorità che non intende certo interrompere per quella convenienza ed ambiguità tanto diffusa in altri "ambienti" politici assuefatti alla narrazione unica.
Per questo, in linea con i presidi e le iniziative portate avanti e condivise nei vari territori del Paese, non condivideremo certe piazze e certi momenti "vuoti" di contenuti e con modalità che non ci appartengono condivisi con chi riteniamo, su molti temi, distante da noi per priorità, trasparenza e cultura politica.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Federazione della Spezia