È scaduto alle ore 12.00 di oggi il termine per la presentazione di offerte per i primi due lotti di fabbricati e terreni di proprietà comunale siti sull’Isola Palmaria. Al momento non risulta pervenuta alcuna offerta. Gli uffici comunali procederanno, quindi, alla predisposizione di un nuovo bando con un ribasso del 20% dell’importo iniziale stabilito, con l’auspicio di concludere la procedura entro l’autunno, come annunciato in un comunicato stampa del Comune di Porto Venere.
Non sono mancate le reazioni di chi da sempre è contrario all'asta.
Giorgia Lombardi, per il Movimento Palmaria SI Masterplan NO, afferma: "Non sono state presentate offerte neppure questa volta. Se la prima sensazione è il sollievo, perché ancora per un poco la Palmaria rimarrà quella che conosciamo, subito dopo prevale la delusione per la già dichiarata volontà dell'Amministrazione di proseguire.
Quelli che sono beni di assoluto pregio, in un luogo unico, sembrano ormai condannati al loro destino di svendita, a ribassi del 20%, perché evidentemente, ad oggi, non sono ancora abbastanza appetibili per i privati acquirenti, nonostante i numerosi sforzi profusi dalla precedente amministrazione con il tristemente noto Masterplan.
Nel frattempo si sta assistendo alla realizzazione di un investimento milionario nell'area di Carlo Alberto, con ristorante e piscine al posto della macchia mediterranea (chiamata cumulo di rovi e degrado dal sig.Toti)
Ad oggi la strategia della vendita in blocco non sta portando alcun risultato, considerando che è già la seconda volta che, alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, nemmeno una ne è pervenuta. Si prospetta quindi una serie di aste deserte così come è già successo per la scuola di Cadimare che tutt'oggi è abbandonata e lasciata al degrado.
La prima asta fu il 28 aprile (in imminenza delle elezioni amministrative), poi prorogata al 20 giugno perché non erano arrivate offerte, ed oggi di nuovo deserta.
Con gioia di chi non vuole perdere la Palmaria, ma con l'amarezza di assistere alla svendita di un patrimonio di cui saremo per sempre privati e di cui lo stabilimento al Carlo Alberto non è che una piccola anticipazione di ciò che ci attenderà. Oltre a fondare il dubbio che gli imprenditori interessati attendano bel altri ribassi d'asta per acquistare, con buona pace delle conclamate speranze del Comune di sostanziosi introiti.
Oltre a quanto diciamo da ormai 4 anni, che crediamo confermato dai fatti, pensiamo che sarebbe necessario un profondo ripensamento su quale possa essere davvero la scelta migliore per la tutela dell'interesse pubblico, anche da un punto di vista meramente economico.
Invitiamo la sindaca Francesca Sturlese ad accogliere una delegazione del Movimento per ricevere le istanze del territorio e ascoltare le proposte che possiamo e vogliamo discutere con la nuova amministrazione, confidando in una autonomia e nell'amore per il territorio che ha dimostrato.
Per quanto facilmente (ma ingiustamente) etichettati come "quelli del no", pensiamo che un confronto su un'altra idea possibile di Palmaria sia un'occasione che l'amministrazione comunale non voglia rifiutare, proprio in ordine al concetto di comunità".
Scrive Legambiente: "Alla luce di quanto è successo riteniamo indecoroso che la cittadinanza, di cui la Palmaria è spazio di vita, "proprietà morale", debba assistere da spettatrice al balletto intorno agli edifici oggetto d'asta, che in blocco vengono tutti venduti per finalità turistiche, senza che alcuno venga mantenuto di proprietà pubblica ad esempio per i servizi del Parco. Mentre l'Ostello (CEA) rimane chiuso e il Parco è stato di fatto svuotato di competenze e funzioni, del tutto assimilato al Comune ed alle sue politiche di privatizzazioni, incuranti dei valori naturali, ecologici e naturali delle Isole del Golfo. Alla nuova amministrazione chiediamo un segno di discontinuità, congeli il procedimento d'asta e convochi finalmente l'ampio fronte che si oppone al Masterplan dell'isola Palmaria per discutere di come gestire il prezioso bene secondo gli interessi dell'intera comunità del Golfo".
Sottolinea l'Associazione Posidonia: "La prossima asta, a differenza di questa che aveva solo subito un rinvio prima dello scadere dei termini, verrà quindi indetta con un ribasso del 20%. Non possiamo dirci soddisfatti di quanto sta accadendo, prima di tutto perché nulla cambia, le intenzioni dell’Amministrazione rimangono quelle di vendere i beni sull’isola e non c’è nessun ripensamento rispetto alla realizzazione del Masterplan. Nessun ripensamento sul destino dei beni che erano in uso alla MM e che sono ritornati nella disponibilità dei cittadini, nessun ripensamento sulla possibilità di mantenere ad uso pubblico questi beni. Aste deserte e successivi ribassi non porteranno ad una revisione dell’Accordo di programma con il quale il Comune di Porto Venere si è impegnato a realizzare a proprie spese i previsti interventi di manutenzione anche straordinaria agli immobili che rimangono in uso alla MM (tradotto: i due stabilimenti balneari) per un impegno di spesa massimo di 2.600.000 euro. Perde il nostro territorio, la nostra isola, per la pervicacia dell’Amministrazione nel voler proseguire sulla strada della cosiddetta valorizzazione, non vedendo altro valore oltre al denaro, e perdono i cittadini, impoveriti non solo perché privati dei loro beni ma forse proprio letteralmente impoveriti".