Raot La Spezia, Cgil e Spezia Dinamika non mollano e vogliono continuare a lavorare per estendere la carriera alias e per l'associazione anti omo transfobia la mozione di ieri aveva l'obiettivo di invisibilizzare le persone trans e negare i loro diritti. Sui social l'associazione fa sapere che si farà sentire anche in futuro.
Spezia Dinamika da mesi e mesi lavora per estendere la carriera alias in altre scuole, ha infatti espresso appoggio all'istituto Capellini Sauro e ha scritto sui social che le scuole che hanno detto di no all'inserimento di questa opzione sono state i licei Cardarelli e Mazzini, per quanto riguarda il Costa la scelta è stata rinviata a settembre. L'associazione giovanile fa sapere di avere in programma un colloquio con un'altra scuola spezzina.
Scrive Raot in un comunicato stampa: "Durante la presentazione della mozione il consigliere Cenerini, promotore dell’istanza, ha tenuto a sottolineare come questa non fosse mossa da valenze ideologiche ma dalla presunta illegalità dell’iniziativa in oggetto. A fronte di ciò a nulla sono valsi i numerosi interventi di opposizione che hanno rimarcato le basi normative, prima fra tutte la Costituzione italiana, che ne guidano e ne sostengono la legittimità, così come sono caduti nel vuoto i richiami a temi di più ampia portata che informano dell’utilità e della necessità dell’istituzione delle carriere alias nelle scuole".
"Come RAOT non possiamo che recepire con sdegno e incredulità una tale deriva e un attacco istituzionale così esplicito ai diritti della comunità LGBTQIA+, un attacco che è solo uno dei tanti che negli ultimi mesi la comunità ha dovuto fronteggiare. Nonostante questo triste capitolo della vita politica della nostra città, non arretreremo di un passo nella difesa di quei diritti che con fatica vogliamo vedere riconosciuti non solo alla Spezia ma in tutto il Paese. Continueremo a far sentire la nostra voce, ad adoperarci per divulgare informazione corretta sulle questioni che ci riguardano per ripararci dagli attacchi che provengono anche dalle istituzioni che dovrebbero tutelarci", concludono.