Questo è quanto emerge dalla rassegna stampa degli ultimi giorni, dalla quale si apprende che la strategia di sviluppo del nostro territorio debba essere stabilita in altre sedi.
Mi riferisco, in particolare, alla questione relativa all’area marina protetta, che negli ultimi anni sta soffreddo di una pressione sempre crescente e che sembra poco interessare gli addetti ai lavori.
Mi piacerebbe, invece, che venisse presa maggiormente in considerazione la posizione di chi alle Cinque Terre è nato, di chi vive qui e di chi ha la responsabilità di governo.
Sono sempre stata disponibile al confronto, sia con le associazioni di categoria, con le quali ho attivato numerosi tavoli, sia con tutti gli operatori di settore, con i quali ho sempre chiarito le nostre priorità e condiviso una visione precisa.
Se, invece, l’obiettivo è quello di sfruttare le opportunità che le Cinque Terre offrono, senza considerare le conseguenze sulla vivibilità e la fruibilità dei luoghi, allora credo sia arrivato il momento di prendere una posizione netta su diversi punti che non possono essere ulteriormente rimandati.
Per l’Area marina protetta le limitazioni adottate sono ampiamente condivise ed è indispensabile, anche per il futuro, mantenere quei limiti già identificati da anni. Con gli operatori del settore si deve aprire un tavolo di discussione programmatica per far comprendere meglio le necessità di queste limitazioni e condividere un percorso.
Io sono disponibile a seguire questa strada, ma non accetto strumentalizzazioni volte a mettere da parte, ancora una volta, la questione della sostenibilità a favore dello sfruttamento incontrollato del territorio.
Anche durante l’ultima conferenza programmatica sul turismo, tenuta alla Spezia lo scorso 1 aprile, si è discusso della necessità di distribuire il flusso in tutta la provincia. Invece, si cercano forzature per aumentare la pressione sulle Cinque Terre anche via mare.
L’obiettivo non può essere quello di aumentare i numeri delle autorizzazioni per aumentare l’offerta, la quale non potrà mai soddisfare la domanda crescente del mercato. Abbiamo un golfo bellissimo e tante opportunità anche all’esterno dell’AMP.
Il Parco si deve fare garante esattamente dell’opposto: alta qualità, impatto ambientale limitato, gestione fruibile degli spazi, vivibilità dei territori, rispetto dell’habitat e di chi lo vive.
Abbiamo anche la responsabilità di tutelare le piccole realtà locali, che conoscono il territorio, lo rispettano e salvaguardano la cultura e l’identità dei borghi.
La questione del mare si collega anche alla gestione del flusso turistico complessiva, sulla quale siamo ancora in attesa di una cabina di regia che dovrà individuare il percorso istituzionale da seguire.
Questi temi saranno discussi anche sede di Consiglio comunale, con il coinvolgimento delle associazioni del territorio. La nostra voce
dovrà uscire chiara e con una visione unitaria.
Fabrizia Pecunia
Sindaca di Riomaggiore
