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Convenzione Enel, Legambiente: "Esito deludente, serviva azione più incisiva"

Legambiente, che si era già espressa criticamente sulla bozza di convenzione socio-economica con Enel, mantiene il suo giudizio negativo, nonostante alcune modifiche apportate al testo originario, nella giornata in cui, Lunedì 5 Agosto, è stata approvata dal Consiglio Comunale della Spezia.

Infatti sono state cancellati i riferimenti sia al teleriscaldamento ( operazione che avrebbe ancora di più consolidato il sito) e i finanziamenti, inseriti tra altri, alle ricerche sul carbone pulito.
Nonostante queste modifiche il resto rimane deludente, su cui esprimiamo una forte critica anche perché questa scelta significa rinunciare, da parte del Comune, ad una causa di risarcimento, conseguente alle perizie ordinate dalla Procura ai tempi dei processi per scarichi termici e getto di cose pericolose, stimate in cifre 15 volte superiori al risultato economico finale di questa convenzione. Così come siamo fortemente critici sulla cessione di aree (anche da bonificare!) come forma di risarcimento alla città; profonde perplessità sulla prescrizione dell'installazione di filtri a manica inserita nella convenzione invece che in quella che dovrebbe essere la sua sede naturale, ovverosia l'AIA; in questo modo viene fatto passare per concessione alla città quello che dovrebbe essere un preciso compito per Enel, se vuole adeguarsi ai nuovi limiti sulle polveri e mettere in campo le cosiddette BAT ( migliori tecnologie disponibili). Delude anche l'intervento sullo scarico idrico, che si limita a chiedere ad Enel un mero rispetto delle tabelle di legge, senza veri interventi per abbattere l'impatto dello stesso in considerazione del luogo dove avviene lo scarico ( golfo chiuso a scarso ricambio di acque).
Deludente anche l'ordine del giorno votato a "supporto" della deliberazione sulla convenzione, il cui obbiettivo era quello, tutto politico e per niente pratico, di spostare l'attenzione sulla futura dismissione della centrale.
A parte le premesse che consideriamo errate (non si può dire che le decisioni della conferenza dei servizi in merito all'AIA otterranno un abbattimento del 55% degli inquinanti quando questo sarà vero dal 2017 in poi, e in conseguenza dell'entrata in vigore delle direttive europee che prescrivono già loro questo!), ci si sarebbe aspettato di più che non un generico richiamo all'avvio delle procedure di dismissione ma si doveva indicare nettamente un limite di tempo dopo il quale doveva scattare la dismissione.
Va bene l'inserimento delle associazioni ambientaliste nel futuro osservatorio ambientale, ma crediamo che questo debba essere esteso a tutte le articolazioni delle rappresentanze dei cittadini, compresi i comitati popolari.
Confidiamo in un intervento, in sede di firma dell'AIA, del Ministro Orlando non come mero sottoscrittore di un accordo già scritto ma con significativi indirizzi, primo tra tutti un ridimensionamento del carbone e un più esteso uso del combustibile metano.
Comunichiamo infine che Legambiente ha chiesto un incontro al Ministro Orlando.

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